Montella racconta l'esonero.

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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".
 

Dumbaghi

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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".

Ve lo dico da un po' che il mercato l'hanno fatto per Conte, Kalinic incluso
 

Devil man

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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".

Scusa ma la partita contro il Toro faceva parte di quel filotto di partite che dovevi vincere facile... E la squadra non ha fatto manco un gol.. Prima fai i proclami e poi lo smentisci... Hanno fatto bene a licenziarti se le tue aspettative sono di far punti solo con le squadre di serie B allora non sei degno di stare in panchina.
 

Milanforever26

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Non commento nemmeno perché credo sia superfluo..Montella deve avere dei santi nel paradiso del calcio e del giornalismo..
Mai visto un allenatore tanto difeso dalla stampa dopo un avvio così pessimo
 

AllanX

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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".

... "Arrivederci, arrivederci" (cit.)
 

DrHouse

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credo sia sincero nelle parole.

peccato che un allenatore va giudicato per le prestazioni, e onestamente, per quanto possa concordare che ci voglia tempo per la crescita, credo che questa "crescita" stia andando troppo al rilento.
in altre squadre rivoluzionate ci sono stati passaggi a vuoto, ma c'è voluto molto meno per trovare quadra e far vedere la qualità reale della rosa...
 

Black

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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".

wow ragazzi! vi rendete conto? con lui abbiamo vinto ben il 50% delle partite!!!! ma perchè l'abbiamo cacciato??
 

Lineker10

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Sull'allenatore Montella si è detto di tutto e capito che è odiatissimo e disprezzato da molti, ma sulla persona c'è poco da dire, sempre elegante e misurato anche in un momento come questo. Uomo davvero di spessore nel mondo del calcio, da stimare proprio.
 
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Vincenzo Montella, intervistato dalla Gazzetta in edicola, sull'esonero:"Sono stato sempre sostenuto. E confermo: nessuno screzio con Mirabelli, mai. E neppure con un giocatore. Ho lavorato benissimo e se proprio doveva finire volevo finisse così. Dopo aver lavorato tanto e bene e soprattutto con la coscienza a posto. Parliamo di un gruppo che sta trovando la sua fisionomia strada facendo. Una squadra che poche volte ha toppato. Abbiamo giocato male contro la Sampdoria e a sprazzi contro la Lazio. Ma il progetto tecnico va avanti. Se abbiamo perso contro le grandi è per diversi motivi, non perché le partite erano state mal gestite. Semmai è vero che per arrivare al loro livello serve tempo: la Juve un anno fa è arrivata 28 punti sopra di noi, la Roma 24 e il Napoli 23. Ci manca quel tipo di percorso, il tempo per superare i vari passaggi. Gattuso? Ha fatto la storia del club, con lui ho un ottimo rapporto e gli auguro di cuore di riportare il Milan in alto. Anche in questo caso: meglio lui che è un amico che non un altro. Avrà un inizio in discesa? Ecco qui sento di poter dire con un po’ di presunzione che ce l’avrei fatta anche io. C’era un filotto di partite sulla carta più semplici in cui potevamo infilare una serie di buoni risultati e che sinceramente pensavo di meritare per come stavamo giocando. Ma accetto serenamente questa scelta e anzi ringrazio tutti per l’opportunità e per l’orgoglio che mi porterò sempre dietro di aver allenato la squadra che tifavo da bambino. Potenzialmente è una squadra da primi posti. Se i giovani specialmente sapranno mettere in pratica il loro talento il gruppo è di grande livello. Però devono rispettare la loro crescita potenziale. Ieri mattina ero tranquillo e non sospettavo niente, giuro. Niente. Ero pronto per l’allenamento, come sempre, un giorno regolare come tutti gli altri. Cosa mi ha sorpreso di più? La tempistica, c’erano momenti in cui sarebbe stato più plausibile. Stavolta invece la squadra stava dando le sue risposte, sia a livello tecnico che di temperamento. Quando sono arrivato a Milanello Mi ha accolto Mangiarano, il nostro segretario generale, che mi ha accompagnato dal direttore. Lì Mirabelli mi ha detto che nella notte avevano maturato la decisione. Il fuso orario ha fatto il resto. Credo sia una scelta più della proprietà che dei dirigenti. I giocatori mi hanno salutato con affetto sincero. Non amo gli addii e non è certo stata una cosa struggente ma tutti e dico tutti sono stati affettuosi. Anche Montolivo che per un periodo era stato fuori o Paletta che come pochi altri non ha quasi mai giocato. Errore principale? Aver alzato troppo l’asticella delle aspettative. Il mio merito principale? Da quando sono allenatore del Milan ho vinto 33 partite su 64, cioè il cinquanta per cento tra campionato e coppe. E poi certamente ricordo con piacere la vittoria in Supercoppa Italiana, il ritorno in Europa e il primato nel girone con un turno d’anticipo. Risultati che al Milan mancavano da tanti anni e che sono da condividere con tutte le parti. Se Kalinic avesse segnato domenica sarebbe cambiato qualcosa? O se Calhanoglu al 92’ trovava l’angolo giusto magari non eravamo a questo punto. Ma non c’è un colpevole, anzi il gruppo va solo difeso, non ci sono lavativi e tutti hanno voglia di crescere e mi seguivano. Se mancano i risultati il primo colpevole è sempre l’allenatore".

A mente lucida e col senno del poi comincio a pensare che montella non avesse più nulla da dare, la sua non era nemmeno totale incapacità ma tanta confusione dettata dal fatto che non aveva quella rabbia e determinazione giusta.
Non lo so il motivo ma ho questa sensazione, lo scorso anno aveva il fuoco negli occhi e agiva come un generale furbo e scaltro e la squadra rispecchiava in pieno il suo allenatore, quest'anno quel mordente non l'ho mai visto nei suoi occhi e la squadra era persa in uno strano 'vorrei ma non ci riesco'.
Tra i professionisti purtroppo a volte succede che la luce si spenga e può accadere per i motivi più svariati ma se a questi livelli non hai fame e cattiveria non vai da nessuna parte.
Ci abbiamo molto scherzato sui suoi sorrisi nel post gara ,anche dopo le sconfitte, e forse non ci siamo andati mai cosi lontano , in campo la squadra rispecchiava lo stato d'animo dimesso del mister , una squadra persa alla ricerca di ricami calcistici ma senza quella fame di raggiungere il risultato sul campo.
Forse il mister non è riuscito a trasmettere tutto ciò o forse, appunto, lui per primo non ne aveva più per uno scadimento delle energie nervose.
 
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