- Registrato
- 9 Gennaio 2016
- Messaggi
- 270
- Reaction score
- 49
Hai ragione per certe cose. Però è anche vero che non puoi essere "ostaggio" di opere che impediscono di proiettarsi nel futuro a livello di competitività.
Il Colosseo è di spessore storico fuori dal comune, lo stadio Nervi, che tu citi, è sostanzialmente una ottima opera, ma pur sempre destinata ad uso sportivo contemporaneo, e quindi anche commerciale, visto il business.
Sarebbe bello conservare tutte le opere, ma purtroppo è logisticamente impossibile. Il fatto è che queste opere ti precludono ulteriori miglioramenti, a fronte di un difficilissimo riciclo. Sono opere troppo grandi e dispendiose per poter giustificare il farle rimanere in piedi.
Poi concordo da un punto di vista filosofico, a me spiace distruggere e sono d'accordo con la qualità del design che sarebbe da preservare. Ma ritengo uno stadio prettamente funzionale al suo scopo, come un ponte o una diga.
Fratello, io credo che un opera inserita nei libri di storia dell’architettura, abbia quello status riconosciuto dai critici, che prevarica la modernità -così come lo stesso Colosseo è stato contemporaneo ai tempo della dinastia Flavia-.
Il Franchi è sicuramente obsoleto per ottemperare ai servizi richiesti dal calcio contemporaneo, ma può ancora assolvere funzioni destinate ad altri sport; il rugby ad esempio.
Comisso parla del ponte Vecchio: paradossalmente più meritevole di essere buttato giù, perché frutto di abusi edilizi.
Sia chiaro che io sono per il divenire della città: è la stratificazione che la caratterizza, laddove antico e moderno convivono. Se Comisso vuole uno stadio, anziché chiedere ai beni culturali (perché così lamenta), avanzi un progetto e costruisca uno stadio ex-novo, senza distruggere la storia della città di Firenze e il patrimonio identitario.