Certo. Tutto va contestualizzato.
Ma se l'Italia non fosse un paese ad alto tasso di omicidi per criminalità organizzata diffusa, certi dati sarebbero ancora più evidenti.
Criminalità che può alternare lunghi periodi di pax mafiosa ad altri in cui vi sono mattanze.
Senza contare i morti non dichiarati, semplicemente scomparsi.
Poi vi sono i delitti comuni.
Se si decide di liberarsi di un socio in azienda, maschio, buttandolo in un forno e facendolo passare su per il camino di una fonderia bresciana, quello è omicidio, ma non c'entrano le mafie o la violenza di genere.
Altra eccezione alle statistiche, se due figlie concorrono ad uccidere la propria madre ex vigilessa a scopo ereditario, muore una donna ma non è o non dovrebbe essere computata come violenza di genere.
Però la statistica di Admin era della serie allora vale tutto. Ma se vale tutto, vale sempre, anche a favore di chi nega macro trend legati alla origine etnica di chi commette reati.
Un amico è stato a lungo e giustamente turbato ed ossessionato da un bingo bongo che ha ammazzato, fatto a pezzi e messo in valigia i resti di una donna italica.
Se applicassi lo stesso tipo di statistica, quale ambito di applicazione, quale denominatore scelgo al mio quoziente?
Prendo un singolo caso di macellazione e lo divido per il numero dei bingo bongo sbarcati in Italia. È rilevante o esce uno 0,0000000 anche li?
E se divido il caso per il numero di bingo bongo nel mondo? Ancora più diluito.
Quindi non esageriamo le cose in una direzione, ma nemmeno neghiamo alcuni trend culturali o di genere.
Perché di base, se Pamela MastroPietro viene ammazzata da un immigrato, è una tragedia pari a quella di Sara Campanella uccisa da un Italiano.
Per dirla come Trump: young, beautiful people must not die.
Per dirla come Berluskaiser: queste due avrebbero potuto concepire figli e contribuire a combattere il declino demografico della etnia italiana.
Visto quanto poco politically correct sono?
Tu parli di trend, ma non esiste NESSUN trend culturale in tal senso.
I cosiddetti “femminicidi” sono casi isolati, ma allo stesso tempo di variegata natura.
E in quanto tali, sono fenomeni che andrebbero inquadrati in un contesto MOLTO più ampio, che parte dalla degenerazione sociale con la conseguente:
1) criminalizzazione del maschio bianco etero accusato di essere la fonte di tutti i mali del mondo;
2) deresponsabilizzazione del genere femminile, che oramai, in nome della cosiddetta libertà, vive nell’ipocrisia più totale, dove da un lato passa le giornate a dire che gli uomini la vedono come un oggetto, e poi passa le serate su OnlyFans o a fare p0mpini nel bagno di un locale con il primo che le piace.
Da un lato vuole la parità dei diritti, e dall’altro invoca le quote rosa per forzare la propria assunzione.
Da un lato fa la paternale sul machismo, e dall’altra squirta come la fontana di Trevi su due addominali ben scolpiti.
E queste non sono considerazioni di un maschio, ma sono incoerenze che anche diverse donne hanno notato.
Perché il danno più grave di tutta questa situazione è pagato sulla pelle delle donne stesse.
Possiamo dire che chi compie un reato va sbattuto in galera? SÌ, e DEVE andarci.
Possiamo dire che ci sono situazioni di donne che si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato e sono state ammazzate? SÌ.
Però, se poi leggo sui giornali che uno dei due bastard1 assassini di Willy Monteiro si è pure trovato la tipa, che si bagna sapendo che sta con un “bad boy” mi chiedo: ma di che stiam parlando?
Ma il problema qui non è che bisogna risolvere un comportamento malato da ambo le parti.
Il problema è che lo si vuole non vedere, preferendo innescare una guerra fratricida fra sessi, perché in fondo fa tutto parte del piano.