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Ciao ragazzi. Ritorno sul forum dopo un po’ di assenza dovuta a una situazione tremenda che ho vissuto in famiglia e terminata purtroppo sabato mattina con uno dei peggiori eventi nella vita di un uomo: la morte della madre. Ebbene sì: mia mamma è morta. Lo scrivo in grassetto perché mi sembra ancora tutto troppo assurdo per essere vero, davvero tutto troppo assurdo e insopportabile.
Fino a metà dicembre mia mamma era una donna di settant’anni(solo settant’anni, ca..o!) in buonissima salute. Poi, dal nulla, malore il 28 dicembre, corsa in ambulanza e durante i quaranta giorni di ricovero una diagnosi devastante con prognosi senza speranza. “Quanto vivrà mia mamma?” “Sei mesi, se tutto va bene”.
Da lì blackout totale per me: ho lasciato il lavoro e messo in pausa la mia vita per starle vicino, prendermi cura di lei, farle vivere un altro po’ di serenità e di quotidianità, farle sentire tutto l’amore che meritava. Per fortuna è stato possibile farla tornare a casa e per un mesetto e mezzo è stata discretamente, sia pure con grosse limitazioni nella sua autonomia. Dopo l’ultima chemioterapia, che aveva comunque sin dall’inizio solo uno scopo palliativo, il crollo con peggioramenti costanti e sempre più pesanti.
Sono almeno riuscito a proteggerla dalle sofferenze fisiche e psicologiche e se n’è andata serenamente nel sonno a casa sua, ma in questo momento la cosa non allevia minimamente il dolore devastante che sto provando.
Lei era e resterà per sempre la persona più importante della mia vita. Anzi, era la mia vita. Una donna e una mamma speciale, davvero una meraviglia della natura. Certo, era interista… “Nessuno è perfetto”, si dice. Neanche lei lo era, ma a me le cose perfette non sono mai piaciute.
Mi manchi da morire, mamma!
Fino a metà dicembre mia mamma era una donna di settant’anni(solo settant’anni, ca..o!) in buonissima salute. Poi, dal nulla, malore il 28 dicembre, corsa in ambulanza e durante i quaranta giorni di ricovero una diagnosi devastante con prognosi senza speranza. “Quanto vivrà mia mamma?” “Sei mesi, se tutto va bene”.
Da lì blackout totale per me: ho lasciato il lavoro e messo in pausa la mia vita per starle vicino, prendermi cura di lei, farle vivere un altro po’ di serenità e di quotidianità, farle sentire tutto l’amore che meritava. Per fortuna è stato possibile farla tornare a casa e per un mesetto e mezzo è stata discretamente, sia pure con grosse limitazioni nella sua autonomia. Dopo l’ultima chemioterapia, che aveva comunque sin dall’inizio solo uno scopo palliativo, il crollo con peggioramenti costanti e sempre più pesanti.
Sono almeno riuscito a proteggerla dalle sofferenze fisiche e psicologiche e se n’è andata serenamente nel sonno a casa sua, ma in questo momento la cosa non allevia minimamente il dolore devastante che sto provando.
Lei era e resterà per sempre la persona più importante della mia vita. Anzi, era la mia vita. Una donna e una mamma speciale, davvero una meraviglia della natura. Certo, era interista… “Nessuno è perfetto”, si dice. Neanche lei lo era, ma a me le cose perfette non sono mai piaciute.
Mi manchi da morire, mamma!