Andrea Conti si ritira:"Non ce la faccio più, Milan un altro pianeta. Ignorato da Pioli"

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Djici

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Sfortunatissimo, umanamente mi dispiace per il ragazzo. Dopo quegli infortuni non torni più atleticamente come prima, figuriamoci per uno del suo ruolo che viveva principalmente di atletismo.
Comunque il Conti visto all'Atalanta prometteva bene come ala, era un ottimo giocatore.
A me da particolarmente da riflettere quando parla di paura dopo l'infortunio.
Spesso vediamo i giocatori come robot... Senza sentimenti solo perché prendono una barca di soldi...
Ma il 90% di un giocatore lo fa la testa.
 

fabri47

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A me da particolarmente da riflettere quando parla di paura dopo l'infortunio.
Spesso vediamo i giocatori come robot... Senza sentimenti solo perché prendono una barca di soldi...
Ma il 90% di un giocatore lo fa la testa.
Pato è l'esempio lampante. Dopo tutti gli infortuni al Milan, poi si è messo a "camminare" come se avesse paura di andare oltre per il rischio di infortunarsi di nuovo.
 
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A me da particolarmente da riflettere quando parla di paura dopo l'infortunio.
Spesso vediamo i giocatori come robot... Senza sentimenti solo perché prendono una barca di soldi...
Ma il 90% di un giocatore lo fa la testa.
Si Caldara diceva le stesse cose.
Anche Pato, seppur i suoi infortuni erano diversi, nelle sue interviste parlava della stessa paura.

Quando entri in quel tunnel mentale difficilmente ti riprendi.
 

fabri47

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Si Caldara diceva le stesse cose.
Anche Pato, seppur i suoi infortuni erano diversi, nelle sue interviste parlava della stessa paura.

Quando entri in quel tunnel mentale difficilmente ti riprendi.
Aggiungo pure Ronaldinho (prima dell'addio al Barcellona ebbe un infortunio che lo "normalizzò" e al Milan non era più quel fuoriclasse, tanto che Guardiola lo intuì e lo fece cedere senza problemi) e Torres che prima del mondiale 2010 ebbe un infortunio che lo fece calare definitivamente.
 

Djici

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Si Caldara diceva le stesse cose.
Anche Pato, seppur i suoi infortuni erano diversi, nelle sue interviste parlava della stessa paura.

Quando entri in quel tunnel mentale difficilmente ti riprendi.
Esatto.
Ma non c'è solo la paura di infortunarsi.
C'è pure la paura di sbagliare... Cioè la pressione che senti quando lo stadio ti fischia... O quando leggi articoli e social con critiche e insulti.
O i problemi personali... Che ne so, un familiare che ha problemi di salute o anche problemi di coppia.

Ripeto, non sono robot.
Certo per noi sono solo privilegiati che corrono dietro ad un pallone.
Ma sono anche uomini.
 

sampapot

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mi spiace..bravo ragazzo e molto sfortunato per colpa degli infortuni...per me sarebbe potuto essere un ottimo esterno di centrocampo (in un modulo 3-5...), ma non lo sapremo mai.... Van basten smise anche prima...che dovrebbe dire?
 

bmb

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Non è che senza Pioli l'abbia visto così spesso su un campo di calcio.
 

bobbylukr

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L'ex Milan Andrea Conti ha deciso di smettere col calcio all'età di 31 anni. Le sue dichirazioni alla Gazzetta

"Sono esausto, sono anni che combatto con problemi fisici, infortuni e delusioni. Sono svincolato da un anno e negli ultimi tre ho giocato appena nove partite. Bisogna essere consapevoli della propria situazione, io non ce la faccio più e questa sarà la mia decisione definitiva. Ho perso la speranza. Sapevo che dopo la fine del contratto con la Samp non sarebbe stato facile e ne ho avuto riscontro in questi mesi, in cui comunque nessuno mi ha chiamato. Quindi meglio accettare che è finita e andare avanti. Futuro? No, ancora non lo so. Non voglio prendere decisioni avventate, mi sento solo di dire che mi vedo ancora nel calcio. Io sono uno di campo, magari mi piacerebbe allenare, ma è ancora presto per dirlo. Sto ancora metabolizzando che non giocherò mai più. Nel mio percorso sono stato sfortunato, ma so che la vita non finisce qui. Farò sicuramente altro. Non bisogna nascondersi, pure se è difficile da accettare. È tutto un lavoro mentale. Finisce un sogno: però per me, ultimamente, andare al campo non era più una gioia. Mi trascinavo, non ero più io. Ogni istante dopo il mio primo infortunio ho avuto paura di non sapere cosa ne sarebbe stato di me, del mio percorso, del mio futuro. È come fosse un fantasma che mi ha sempre accompagnato. Quando fai il calciatore sei consapevole di andare incontro a rischi simili, però poi ti succede nel momento migliore della tua vita e… un po’ te la cambia. Io posso dire che ho smesso di giocare per i tanti infortuni. Con un altro destino, chissà dove sarei ora.... Gasperini il mio miglior allenatore? Sì, lo metto al primo posto. Personalmente gli devo tantissimo e posso solo che parlarne bene: ti massacra in allenamento, ti spinge a dare tutto, ma poi in campo la domenica ne raccogli i frutti. Voli e non te ne accorgi. In più, sai sempre cosa fare senza che lui ti dica nient’altro. Non è uno che parla tanto con i giocatori, non dà eccessiva confidenza ma riesce sempre a toccare le corde giuste quando serve. Milan? La prima cosa che mi viene in mente, è l’impatto con Milanello. Fu incredibile. Già solo trovare tifosi che chiedevano foto, autografi, che erano lì sotto al sole per me. Mi sono sentito un po’ planato su un altro pianeta. Come quando prima della partita col Craiova c’erano 40mila persone fuori dallo stadio ad aspettare il pullman. Con Pioli mi sono trovato benissimo, anche se sono un po’ combattuto nel giudizio. Quando lui è arrivato al Milan ho iniziato a giocare sempre, poi mi sono rifatto male e da lì in avanti per lui sono sparito. Era come non mi vedesse. Non mi ha mai dato una spiegazione, né nulla. Diciamo che è stato un ultimo schiaffo, perché mi sentivo bene".

Vedi l'allegato 9390
Alcuni giocatori dopo la rottura del crociato non tornano più quelli di prima. Lui è stato uno di quelli ed oltretutto fu doppio. Purtroppo non si è neanche mai capito qual era il suo reale valore, magari la stagione a Bergamo fu solo un exploit.
 

Jino

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Alcuni giocatori dopo la rottura del crociato non tornano più quelli di prima. Lui è stato uno di quelli ed oltretutto fu doppio. Purtroppo non si è neanche mai capito qual era il suo reale valore, magari la stagione a Bergamo fu solo un exploit.

Quel tipo di infortunio è più grave su un giocatore che basa tutto o quasi sull'atleticità. Conti fondamentalmente aveva quello, correva come un cavallo su e giù per la fascia per novanta minuti, poco altro.

Non emergeva certo per doti tecniche.

Poi aveva imparato benissimo nel sistema di Gasperini a chiudere sul secondo palo, quell'anno segnò tantissimi gol infatti. Oggi a Bergamo c'è un Bellanova che corre come un cavallo proprio come Conti, ma ad esempio a differenza di Andrea non è capace di chiudere sul secondo palo le azioni ed infatti segna poco.

PS. fu un acquisto sbagliato, aldilà degli infortuni.
 
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