Pellegatti-Ordine: "Conceicao poco rassicurante. Luogo comune su Furlani."

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Pellegatti (punzecchiato oggi in conferenza da Conceicao) registra l'ennesimo video youtube di giornata, questa volta assieme a Ordine, per commentare le ultime vicende
Le parole dei due:

"Conceicao si è reso conto che quelle parole del portavoce lo hanno irrimediabilmente danneggiato. Lui è alla vigilia di decisioni forti e clamorose. Come per dire: tento quest'ultima strada e vedo se ne viene fuori. Devo dire che sono parole davvero poco rassicuranti.
Dice queste cose dopo due mesi, non tantissimi ma nemmeno pochi.

Furlani dice che tutte le decisioni devono passare da lui? Ma per forza, è il capo d'azienda, ha il potere di firma.
Il problema è che non fermano questa voce che ci sono due anime nel Milan, e fanno di tutto per dare questa impressione.

Sfatiamo un luogo comune, questo delle due anime di Elliott e Redbird. Ma Furlani è andato a Londra a parlare con Elliott, o è andato a New York a parlare con Cardinale? Il problema è che la società non smentisce o manda comunicati tardivi con poche spiegazioni.

Il Milan ricorda il Napoli dell'anno scorso. Questa squadra è tecnicamente valida. Per risolvere i problemi servono un DS ed un allenatore forte italiano."

L'onnipresente Ordine dal CorSport in edicola:"Mancava solo il portavoce infedele, smentito da Sergio Conceiçao e lesto nel dimettersi, per completare il panorama di un club, il Milan, ferito nell’onore, macchiato nel blasone e che continua a fare notizia solo per le sconfi tte collezionate, la classifica deprimente (9° posto) e i ritardi nelle scelte che servono (il nuovo ds) a preparare il futuro. Invece di procurargli qualche onorevole via di fuga, quel documento spuntato all’improvviso nelle chat di alcuni cronisti italiani, ha contribuito solo a fargli perdere quel briciolo di credito rimasto tra casa Milan e dintorni. La spiegazione è scontata: i motivi addotti si possono smontare da soli. A uno di questi ha provveduto personalmente l’interessato, durante la conferenza stampa di ieri, quando ha ripetuto più volte: «Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni». Non è rimasto solo, allora. A smentire gli altri è operazione poco complicata. Per esempio: «I rinforzi del mercato invernale sono arrivati a fi ne gennaio». Se Joao Felix, per citare quello espressamente indicato dal tecnico, fosse arrivato a metà gennaio avrebbe forse avuto un rendimento clamorosamente diverso da quello attuale? La risposta è sicuramente no. Altro appunto: «Sergio non ha mai conosciuto Cardinale». Il quesito è inevitabile: un eventuale rapporto stretto con il proprietario in che modo avrebbe potuto cambiare il cammino del Milan? È solo una scusa, via. Persino il giudizio lesivo sul conto di Milanello, considerato da tutti gli addetti ai lavori un centro di eccellenza, ma diventato invece un covo di incapaci, è diffi cile da far passare. Su un capitolo (la preparazione fi sica) il rilievo proveniente dall’ex portavoce può trovare qualche conferma pubblica. Prendete per esempio la foto della sagoma di Okafor scattata dopo un paio di settimane di cura Conte a Napoli e incrociatela con la frase dell’attaccante svizzero («Non ero abituato a lavorare così tanto»): è un indizio da approfondire. Contrastato però da altre performance: Saelemaekers ha fatto tutta la preparazione con Fonseca e sembra che attraversi un periodo di grande brillantezza, così Colombo all’Empoli, così Kalulu (al netto dell’infortunio muscolare) alla Juve. Questo significa molto semplicemente che a incidere sul rendimento di un gruppo di calciatori o su un singolo resistono altri fattori: la pacificazione dell’ambiente, le idee chiare del tecnico. Ogni riferimento all’esperienza della Roma con il passaggio da Juric a Claudio Ranieri è voluto. Il tentativo di costruire una narrazione favorevole a Conceiçao ha fallito miseramente. Anzi ha avuto, come conseguenza, quello di aprire un’altra frattura interna al Milan e di rendere ancora più precario la permanenza dello stesso allenatore al Milan e a Milanello. Probabilmente nemmeno un risultato positivo a Lecce può fargli recuperare stima e rispetto, se non dai dirigenti, dai dipendenti del centro e dall’opinione pubblica.

Sappiamo benissimo che questi due sono i più grandi lecchini e lacchè del giornalismo sportivo italiano. Bavaro è praticamente un loro figlio. Tutti e tre mazzolatori di Conceicao. Sappiamo anche da chi arriva l'ordine, no?
 

RSMilan

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Quanti anni li dobbiamo ancora sopportare..... E c e da dire che c e pure la nuova generazione dei Letizia e company
 
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Pellegatti (punzecchiato oggi in conferenza da Conceicao) registra l'ennesimo video youtube di giornata, questa volta assieme a Ordine, per commentare le ultime vicende
Le parole dei due:

"Conceicao si è reso conto che quelle parole del portavoce lo hanno irrimediabilmente danneggiato. Lui è alla vigilia di decisioni forti e clamorose. Come per dire: tento quest'ultima strada e vedo se ne viene fuori. Devo dire che sono parole davvero poco rassicuranti.
Dice queste cose dopo due mesi, non tantissimi ma nemmeno pochi.

Furlani dice che tutte le decisioni devono passare da lui? Ma per forza, è il capo d'azienda, ha il potere di firma.
Il problema è che non fermano questa voce che ci sono due anime nel Milan, e fanno di tutto per dare questa impressione.

Sfatiamo un luogo comune, questo delle due anime di Elliott e Redbird. Ma Furlani è andato a Londra a parlare con Elliott, o è andato a New York a parlare con Cardinale? Il problema è che la società non smentisce o manda comunicati tardivi con poche spiegazioni.

Il Milan ricorda il Napoli dell'anno scorso. Questa squadra è tecnicamente valida. Per risolvere i problemi servono un DS ed un allenatore forte italiano."

L'onnipresente Ordine dal CorSport in edicola:"Mancava solo il portavoce infedele, smentito da Sergio Conceiçao e lesto nel dimettersi, per completare il panorama di un club, il Milan, ferito nell’onore, macchiato nel blasone e che continua a fare notizia solo per le sconfi tte collezionate, la classifica deprimente (9° posto) e i ritardi nelle scelte che servono (il nuovo ds) a preparare il futuro. Invece di procurargli qualche onorevole via di fuga, quel documento spuntato all’improvviso nelle chat di alcuni cronisti italiani, ha contribuito solo a fargli perdere quel briciolo di credito rimasto tra casa Milan e dintorni. La spiegazione è scontata: i motivi addotti si possono smontare da soli. A uno di questi ha provveduto personalmente l’interessato, durante la conferenza stampa di ieri, quando ha ripetuto più volte: «Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni». Non è rimasto solo, allora. A smentire gli altri è operazione poco complicata. Per esempio: «I rinforzi del mercato invernale sono arrivati a fi ne gennaio». Se Joao Felix, per citare quello espressamente indicato dal tecnico, fosse arrivato a metà gennaio avrebbe forse avuto un rendimento clamorosamente diverso da quello attuale? La risposta è sicuramente no. Altro appunto: «Sergio non ha mai conosciuto Cardinale». Il quesito è inevitabile: un eventuale rapporto stretto con il proprietario in che modo avrebbe potuto cambiare il cammino del Milan? È solo una scusa, via. Persino il giudizio lesivo sul conto di Milanello, considerato da tutti gli addetti ai lavori un centro di eccellenza, ma diventato invece un covo di incapaci, è diffi cile da far passare. Su un capitolo (la preparazione fi sica) il rilievo proveniente dall’ex portavoce può trovare qualche conferma pubblica. Prendete per esempio la foto della sagoma di Okafor scattata dopo un paio di settimane di cura Conte a Napoli e incrociatela con la frase dell’attaccante svizzero («Non ero abituato a lavorare così tanto»): è un indizio da approfondire. Contrastato però da altre performance: Saelemaekers ha fatto tutta la preparazione con Fonseca e sembra che attraversi un periodo di grande brillantezza, così Colombo all’Empoli, così Kalulu (al netto dell’infortunio muscolare) alla Juve. Questo significa molto semplicemente che a incidere sul rendimento di un gruppo di calciatori o su un singolo resistono altri fattori: la pacificazione dell’ambiente, le idee chiare del tecnico. Ogni riferimento all’esperienza della Roma con il passaggio da Juric a Claudio Ranieri è voluto. Il tentativo di costruire una narrazione favorevole a Conceiçao ha fallito miseramente. Anzi ha avuto, come conseguenza, quello di aprire un’altra frattura interna al Milan e di rendere ancora più precario la permanenza dello stesso allenatore al Milan e a Milanello. Probabilmente nemmeno un risultato positivo a Lecce può fargli recuperare stima e rispetto, se non dai dirigenti, dai dipendenti del centro e dall’opinione pubblica.

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Dai, ora andate a vedere insieme un bel cantiere.
 
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Pellegatti (punzecchiato oggi in conferenza da Conceicao) registra l'ennesimo video youtube di giornata, questa volta assieme a Ordine, per commentare le ultime vicende
Le parole dei due:

"Conceicao si è reso conto che quelle parole del portavoce lo hanno irrimediabilmente danneggiato. Lui è alla vigilia di decisioni forti e clamorose. Come per dire: tento quest'ultima strada e vedo se ne viene fuori. Devo dire che sono parole davvero poco rassicuranti.
Dice queste cose dopo due mesi, non tantissimi ma nemmeno pochi.

Furlani dice che tutte le decisioni devono passare da lui? Ma per forza, è il capo d'azienda, ha il potere di firma.
Il problema è che non fermano questa voce che ci sono due anime nel Milan, e fanno di tutto per dare questa impressione.

Sfatiamo un luogo comune, questo delle due anime di Elliott e Redbird. Ma Furlani è andato a Londra a parlare con Elliott, o è andato a New York a parlare con Cardinale? Il problema è che la società non smentisce o manda comunicati tardivi con poche spiegazioni.

Il Milan ricorda il Napoli dell'anno scorso. Questa squadra è tecnicamente valida. Per risolvere i problemi servono un DS ed un allenatore forte italiano."

L'onnipresente Ordine dal CorSport in edicola:"Mancava solo il portavoce infedele, smentito da Sergio Conceiçao e lesto nel dimettersi, per completare il panorama di un club, il Milan, ferito nell’onore, macchiato nel blasone e che continua a fare notizia solo per le sconfi tte collezionate, la classifica deprimente (9° posto) e i ritardi nelle scelte che servono (il nuovo ds) a preparare il futuro. Invece di procurargli qualche onorevole via di fuga, quel documento spuntato all’improvviso nelle chat di alcuni cronisti italiani, ha contribuito solo a fargli perdere quel briciolo di credito rimasto tra casa Milan e dintorni. La spiegazione è scontata: i motivi addotti si possono smontare da soli. A uno di questi ha provveduto personalmente l’interessato, durante la conferenza stampa di ieri, quando ha ripetuto più volte: «Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni». Non è rimasto solo, allora. A smentire gli altri è operazione poco complicata. Per esempio: «I rinforzi del mercato invernale sono arrivati a fi ne gennaio». Se Joao Felix, per citare quello espressamente indicato dal tecnico, fosse arrivato a metà gennaio avrebbe forse avuto un rendimento clamorosamente diverso da quello attuale? La risposta è sicuramente no. Altro appunto: «Sergio non ha mai conosciuto Cardinale». Il quesito è inevitabile: un eventuale rapporto stretto con il proprietario in che modo avrebbe potuto cambiare il cammino del Milan? È solo una scusa, via. Persino il giudizio lesivo sul conto di Milanello, considerato da tutti gli addetti ai lavori un centro di eccellenza, ma diventato invece un covo di incapaci, è diffi cile da far passare. Su un capitolo (la preparazione fi sica) il rilievo proveniente dall’ex portavoce può trovare qualche conferma pubblica. Prendete per esempio la foto della sagoma di Okafor scattata dopo un paio di settimane di cura Conte a Napoli e incrociatela con la frase dell’attaccante svizzero («Non ero abituato a lavorare così tanto»): è un indizio da approfondire. Contrastato però da altre performance: Saelemaekers ha fatto tutta la preparazione con Fonseca e sembra che attraversi un periodo di grande brillantezza, così Colombo all’Empoli, così Kalulu (al netto dell’infortunio muscolare) alla Juve. Questo significa molto semplicemente che a incidere sul rendimento di un gruppo di calciatori o su un singolo resistono altri fattori: la pacificazione dell’ambiente, le idee chiare del tecnico. Ogni riferimento all’esperienza della Roma con il passaggio da Juric a Claudio Ranieri è voluto. Il tentativo di costruire una narrazione favorevole a Conceiçao ha fallito miseramente. Anzi ha avuto, come conseguenza, quello di aprire un’altra frattura interna al Milan e di rendere ancora più precario la permanenza dello stesso allenatore al Milan e a Milanello. Probabilmente nemmeno un risultato positivo a Lecce può fargli recuperare stima e rispetto, se non dai dirigenti, dai dipendenti del centro e dall’opinione pubblica.

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Questi 2 nei problemi del milan ci sono dentro fino al collo.
 

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