Tuttosport: il distacco tra il Milan e i tifosi è sempre più evidente. San Siro è diventato una cattedrale gelida. Dietro ai numeri dei continui sold out comunicati dal Milan, c’è una realtà diversa e che ormai è palese a occhio nudo e all’orecchio: San Siro è una cattedrale gelida e grigia, sempre più fredda e disinnamorata di quello che si vede nel corso della partita, ma anche poco partecipe a ogni stimolo profuso dagli speaker. Le formazioni non sono più “urlate” come prima, con tanti cognomi dei giocatori che cadono nel vuoto, i tifosi stranieri sono sempre di più e i buchi in tutti i settori dello stadio sono evidenti, poiché tanti sono gli abbonati che non affrontano trasferte lunghe per assistere a spettacoli tecnici insoddisfacenti. Ma anche gli abbonati più vicini a livello chilometrico scelgono a quali partite presenziare e così, anche a Milan-Atalanta, vi erano evidenti buchi in ogni settore dello stadio. Anche perché nelle ultime nove partite di campionato (recupero con il Bologna compreso), il Milan una media di 1,1 punti a gara, ovvero un ruolino da retrocessione che ha alimentato anche la tabella delle sconfi tte in campionato, sono arrivate a dieci con quella di domenica: non accadeva dalla stagione 2019-20, ovvero quella del Covid, nella quale la maggior parte delle partite perse furono prima del lockdown, dopo il quale il Milan cambiò marcia e aprì il ciclo targato Stefano Pioli. Il segnale è ormai chiaro ed evidente: c’è una forte disaffezione nei conforti del progetto tecnico, con il nono posto che basta per giustificare ogni tipologia di critica, ma anche nei confronti della dirigenza e della proprietà. I cori contro Cardinale sono ormai la hit della colonna sonora a San Siro e, da un paio di settimane, si sono aggiunti anche quelli contro Scaroni. L’indice di gradimento anche degli altri dirigenti, da Furlani a Ibrahimovic, è sempre più vicino allo zero e questo si riverbera nel rumoroso silenzio al quale si assiste ad ogni gara interna. La Curva Sud, nella sua linea generale, ha scelto un repertorio canoro che inneggia al milanismo, ma il trasporto non è quello degli anni addietro, al netto dell’inchiesta «Doppia Curva» che sta facendo il suo percorso. Chi va a San Siro, dei tifosi italiani, ormai lo fa per abitudine o passione per la maglia, mentre iniziano a imperversare i tifosi “occasionali”, con tantissimi stranieri che si recano a San Siro più per l’esperienza che per sostenere realmente la squadra. Sui social, al netto di pensieri estremi, il dissenso è pressoché totale verso l’operato societario e verso le prestazioni della squadra. Poi, a livello di brand e di marketing, i numeri sul riempimento del Meazza saranno girati come un successo che va oltre i risultati, ma il problema sarà confermare questi dati nella prossima stagione. Il derby di domani segnerà l’ultimo punto, forse quello del definitivo non ritorno.