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CorSport: tra entrate e uscite, il Milan non fa il passo più lungo della gamba ma negli ultimi sei anni non aveva mai speso così tanto per gli acquisti. In un mercato che ha visto la luce dopo l’allontanamento di Maldini e Massara per le divergenze con la proprietà, non è un dettaglio nemmeno l’ultima mossa in ordine di tempo cioè il risparmio di circa quattordici milioni sull’ingaggio di Rebic. Uno step che tiene i conti in ordine, nelle casse delMilan, ma non cambia lo status di campagna acquisti più dispendiosa dal 2017 a oggi. Inarrivabile l'estate di sei anni fa quando Bonucci, Higuain, Calhanoglu, Kessie, André Silva e Conti furono solo i colpi più onerosi lungo una fase di spese ingentissime. Facendo lievitare, in quel caso, il totaledegli investimenti fino quasi a duecento milioni di euro. Questo Milan ne ha invece messi sul tavolo poco oltre la metà: un totale di 110 milioni che ri-guardano i costi dei cartellini dei nuovi acquisti, per i bonus se ne riparlerà nelle prossime sessioni di mercato ma siamo nell’ordine di venti milioni in più.
La quarta campagna acquisti estiva da quando c’è Stefano Pioli in panchina - il suo ingresso al Milan è dell'ottobre 2019 - poggia inevitabilmente sulla cessione di Tonali, la più onerosa nella storia del club. Un tesoretto da circa ottanta milioni arrivato da Newcastle per eliminare gli indugi del mercato in entrata. Compensando le spese successive del Milan. Otto colpi, due dei quali però sono arrivati a parametro zero - Romero e Sportiello - perché svincolati. Per gli altri, il meno caro è stato Okafor per quattordici milioni. Quindi a cascata Loftus-Cheek, Pulisic, Reijnders e Chukwueze fino all'affare Musah. Tonali ha lasciato l’Italia un mese fa, dopodiché per il Milan è scoccata l’ora del decollo sul mercato.
Da quel 2017 però la società - tra cambi al vertice, strategie rivedute e corrette - ha abbassato il tiro: meno denaro a pioggia per gli acquisti, anche se due anni più tardi venivano stanziati quasi cento milioni per migliorare l’organico del Milan. Era il periodo, per capirci, in cui diventavano rossoneri Theo Hernandez, Leão e Bennacer. Colonne della squadra attuale, che ha vinto lo scudetto e giocato una semifinale di Champions League: in questo senso, allora, i conti tornano. Mentre nel 2018 ci si è fermati a 88 milioni, nel 2020 e 2021 il Milan non ha superato il tetto dei trenta e lo scorso anno (coi quasi 35 milioni di De Ketelaere a sbilanciare il prospetto) il totale faceva 41.
La quarta campagna acquisti estiva da quando c’è Stefano Pioli in panchina - il suo ingresso al Milan è dell'ottobre 2019 - poggia inevitabilmente sulla cessione di Tonali, la più onerosa nella storia del club. Un tesoretto da circa ottanta milioni arrivato da Newcastle per eliminare gli indugi del mercato in entrata. Compensando le spese successive del Milan. Otto colpi, due dei quali però sono arrivati a parametro zero - Romero e Sportiello - perché svincolati. Per gli altri, il meno caro è stato Okafor per quattordici milioni. Quindi a cascata Loftus-Cheek, Pulisic, Reijnders e Chukwueze fino all'affare Musah. Tonali ha lasciato l’Italia un mese fa, dopodiché per il Milan è scoccata l’ora del decollo sul mercato.
Da quel 2017 però la società - tra cambi al vertice, strategie rivedute e corrette - ha abbassato il tiro: meno denaro a pioggia per gli acquisti, anche se due anni più tardi venivano stanziati quasi cento milioni per migliorare l’organico del Milan. Era il periodo, per capirci, in cui diventavano rossoneri Theo Hernandez, Leão e Bennacer. Colonne della squadra attuale, che ha vinto lo scudetto e giocato una semifinale di Champions League: in questo senso, allora, i conti tornano. Mentre nel 2018 ci si è fermati a 88 milioni, nel 2020 e 2021 il Milan non ha superato il tetto dei trenta e lo scorso anno (coi quasi 35 milioni di De Ketelaere a sbilanciare il prospetto) il totale faceva 41.