Giudice:"Rifinanziamento Cardinale. La strategia".

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
224,408
Reaction score
37,030
Il solito Giudice su Cardinale, Redbird e il rifinanziamento con Elliott:

Con l’annuncio del rifinanziamento avvenuto con otto mesi di anticipo sulla scadenza, RedBird spera forse di mettere a tacere il fertile terreno di voci, pettegolezzi e anticipazioni degli ultimi mesi. Appena pochi giorni fa erano circolati rumours di un imminente disimpegno di Cardinale forzato (si diceva) da difficoltà nel reperire i soldi per rimborsare il vendor loan e da supposte frizioni negoziali con Elliott. Si era fatto anche il nome del fondo Carlyle come possibile finanziatore, collegato a Ibra nella veste di soccorritore.
Un soccorso evidentemente non necessario, alla luce del comunicato di venerdì. Per comprendere la struttura fi nanziaria su cui poggia la catena proprietaria del Milan, occorre risalire al 2022, quando Elliott decise di uscire e RedBird completò l’acquisto della sua intera quota (99,93% del Milan) per 1,16 miliardi, proprio all’indomani della festa-scudetto. RedBird versò 600 milioni a Elliott che finanziò il resto (560 milioni) con un vendor loan. La struttura non è infrequente nelle acquisizioni: il venditore si sostituisce a una banca, facilitando così la chiusura dell’operazione. Nel caso del Milan, RedBird ottenne da Elliott condizioni migliori di quelle che avrebbe potuto spuntare sul mercato bancario a cominciare dal tasso inferiore a quelli che circolano sul mercato bancario delle acquisizioni. Cosa ne ha guadagnato Elliott? Anzitutto la possibilità di realizzare un guadagno sostanzioso dall’investimento: quasi mezzo miliardo in quattro anni, incamerato sotto forma di cash versato da RedBird e sostituendo col vendor loan una partecipazione azionaria in portafoglio con un prestito e così riducendo la rischiosità dell’esposizione. Molti hanno assimilato il vendor loan di RedBird al finanziamento che Zhang ottenne da Oaktree ponendo le basi per il suo spossessamento dal controllo dell’Inter ma si tratta di operazioni radicalmente diverse. Da una parte, il fi nanziamento (parziale) di un’acquisizione in cui RedBird ha comunque versato 600 milioni di mezzi propri; dall’altra un prestito di sopravvivenza, fi nalizzato a ottenere liquidità per il funzionamento della gestione corrente del club. Non a caso, il tasso praticato da Oaktree fu del 12% contro il 7% off erto da Elliott a Cardinale. Anche la prospettiva del rifinanziamento viene da molti equivocata come una sorta di spada di Damocle sulla testa dell’azionista del Milan. Occorre però tenere presente che un fondo non ragiona come un privato, che deve impiegare risorse proprie di cui è lecito chiedersi se abbia o meno la disponibiltà. Il fondo raccoglie denaro dagli investitori e può scegliere se fi nanziare un’acquisizione con un mix di debito e mezzi propri
(equity). Come viene calibrato questo mix? In base al rapporto che consente di non far salire il costo del debito oltre livelli di convenienza. Nella struttura fi nanziaria delle aziende (i fondi di private equity non fanno differenza) il debito ha sempre un costo inferiore all’equity su cui il fondo deve erogare agli investitori rendimenti in doppia cifra per compensarli della rischiosità dell’investimento. Per un investitore, il debito è solitamente meno rischioso del capitale azionario perché – a differenza di quest’ultimo
– il debito va rimborsato e concede al creditore il diritto di rivalersi sui beni del debitore. Se un acquirente come RedBird può
finanziare un pezzo dell’acquisizione con debito (anziché con equity) abbassa il costo dell’acquisizione. Con l’operazione di rifinanziamento, il fondo americano investirà altri 170 milioni e ridurrà l’esposizione da 560 a 489. L’equity dell’operazione sale così a 770 milioni e il rapporto di indebitamento ne uscirà migliorato.

Cardinale_Milan.jpg
 

malos

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2014
Messaggi
8,616
Reaction score
3,380
Il solito Giudice su Cardinale, Redbird e il rifinanziamento con Elliott:

Con l’annuncio del rifinanziamento avvenuto con otto mesi di anticipo sulla scadenza, RedBird spera forse di mettere a tacere il fertile terreno di voci, pettegolezzi e anticipazioni degli ultimi mesi. Appena pochi giorni fa erano circolati rumours di un imminente disimpegno di Cardinale forzato (si diceva) da difficoltà nel reperire i soldi per rimborsare il vendor loan e da supposte frizioni negoziali con Elliott. Si era fatto anche il nome del fondo Carlyle come possibile finanziatore, collegato a Ibra nella veste di soccorritore.
Un soccorso evidentemente non necessario, alla luce del comunicato di venerdì. Per comprendere la struttura fi nanziaria su cui poggia la catena proprietaria del Milan, occorre risalire al 2022, quando Elliott decise di uscire e RedBird completò l’acquisto della sua intera quota (99,93% del Milan) per 1,16 miliardi, proprio all’indomani della festa-scudetto. RedBird versò 600 milioni a Elliott che finanziò il resto (560 milioni) con un vendor loan. La struttura non è infrequente nelle acquisizioni: il venditore si sostituisce a una banca, facilitando così la chiusura dell’operazione. Nel caso del Milan, RedBird ottenne da Elliott condizioni migliori di quelle che avrebbe potuto spuntare sul mercato bancario a cominciare dal tasso inferiore a quelli che circolano sul mercato bancario delle acquisizioni. Cosa ne ha guadagnato Elliott? Anzitutto la possibilità di realizzare un guadagno sostanzioso dall’investimento: quasi mezzo miliardo in quattro anni, incamerato sotto forma di cash versato da RedBird e sostituendo col vendor loan una partecipazione azionaria in portafoglio con un prestito e così riducendo la rischiosità dell’esposizione. Molti hanno assimilato il vendor loan di RedBird al finanziamento che Zhang ottenne da Oaktree ponendo le basi per il suo spossessamento dal controllo dell’Inter ma si tratta di operazioni radicalmente diverse. Da una parte, il fi nanziamento (parziale) di un’acquisizione in cui RedBird ha comunque versato 600 milioni di mezzi propri; dall’altra un prestito di sopravvivenza, fi nalizzato a ottenere liquidità per il funzionamento della gestione corrente del club. Non a caso, il tasso praticato da Oaktree fu del 12% contro il 7% off erto da Elliott a Cardinale. Anche la prospettiva del rifinanziamento viene da molti equivocata come una sorta di spada di Damocle sulla testa dell’azionista del Milan. Occorre però tenere presente che un fondo non ragiona come un privato, che deve impiegare risorse proprie di cui è lecito chiedersi se abbia o meno la disponibiltà. Il fondo raccoglie denaro dagli investitori e può scegliere se fi nanziare un’acquisizione con un mix di debito e mezzi propri
(equity). Come viene calibrato questo mix? In base al rapporto che consente di non far salire il costo del debito oltre livelli di convenienza. Nella struttura fi nanziaria delle aziende (i fondi di private equity non fanno differenza) il debito ha sempre un costo inferiore all’equity su cui il fondo deve erogare agli investitori rendimenti in doppia cifra per compensarli della rischiosità dell’investimento. Per un investitore, il debito è solitamente meno rischioso del capitale azionario perché – a differenza di quest’ultimo
– il debito va rimborsato e concede al creditore il diritto di rivalersi sui beni del debitore. Se un acquirente come RedBird può
finanziare un pezzo dell’acquisizione con debito (anziché con equity) abbassa il costo dell’acquisizione. Con l’operazione di rifinanziamento, il fondo americano investirà altri 170 milioni e ridurrà l’esposizione da 560 a 489. L’equity dell’operazione sale così a 770 milioni e il rapporto di indebitamento ne uscirà migliorato.

Cardinale_Milan.jpg
Il groupie dei rabbini.
 
Registrato
11 Aprile 2016
Messaggi
64,153
Reaction score
30,758
Il solito Giudice su Cardinale, Redbird e il rifinanziamento con Elliott:

Con l’annuncio del rifinanziamento avvenuto con otto mesi di anticipo sulla scadenza, RedBird spera forse di mettere a tacere il fertile terreno di voci, pettegolezzi e anticipazioni degli ultimi mesi. Appena pochi giorni fa erano circolati rumours di un imminente disimpegno di Cardinale forzato (si diceva) da difficoltà nel reperire i soldi per rimborsare il vendor loan e da supposte frizioni negoziali con Elliott. Si era fatto anche il nome del fondo Carlyle come possibile finanziatore, collegato a Ibra nella veste di soccorritore.
Un soccorso evidentemente non necessario, alla luce del comunicato di venerdì. Per comprendere la struttura fi nanziaria su cui poggia la catena proprietaria del Milan, occorre risalire al 2022, quando Elliott decise di uscire e RedBird completò l’acquisto della sua intera quota (99,93% del Milan) per 1,16 miliardi, proprio all’indomani della festa-scudetto. RedBird versò 600 milioni a Elliott che finanziò il resto (560 milioni) con un vendor loan. La struttura non è infrequente nelle acquisizioni: il venditore si sostituisce a una banca, facilitando così la chiusura dell’operazione. Nel caso del Milan, RedBird ottenne da Elliott condizioni migliori di quelle che avrebbe potuto spuntare sul mercato bancario a cominciare dal tasso inferiore a quelli che circolano sul mercato bancario delle acquisizioni. Cosa ne ha guadagnato Elliott? Anzitutto la possibilità di realizzare un guadagno sostanzioso dall’investimento: quasi mezzo miliardo in quattro anni, incamerato sotto forma di cash versato da RedBird e sostituendo col vendor loan una partecipazione azionaria in portafoglio con un prestito e così riducendo la rischiosità dell’esposizione. Molti hanno assimilato il vendor loan di RedBird al finanziamento che Zhang ottenne da Oaktree ponendo le basi per il suo spossessamento dal controllo dell’Inter ma si tratta di operazioni radicalmente diverse. Da una parte, il fi nanziamento (parziale) di un’acquisizione in cui RedBird ha comunque versato 600 milioni di mezzi propri; dall’altra un prestito di sopravvivenza, fi nalizzato a ottenere liquidità per il funzionamento della gestione corrente del club. Non a caso, il tasso praticato da Oaktree fu del 12% contro il 7% off erto da Elliott a Cardinale. Anche la prospettiva del rifinanziamento viene da molti equivocata come una sorta di spada di Damocle sulla testa dell’azionista del Milan. Occorre però tenere presente che un fondo non ragiona come un privato, che deve impiegare risorse proprie di cui è lecito chiedersi se abbia o meno la disponibiltà. Il fondo raccoglie denaro dagli investitori e può scegliere se fi nanziare un’acquisizione con un mix di debito e mezzi propri
(equity). Come viene calibrato questo mix? In base al rapporto che consente di non far salire il costo del debito oltre livelli di convenienza. Nella struttura fi nanziaria delle aziende (i fondi di private equity non fanno differenza) il debito ha sempre un costo inferiore all’equity su cui il fondo deve erogare agli investitori rendimenti in doppia cifra per compensarli della rischiosità dell’investimento. Per un investitore, il debito è solitamente meno rischioso del capitale azionario perché – a differenza di quest’ultimo
– il debito va rimborsato e concede al creditore il diritto di rivalersi sui beni del debitore. Se un acquirente come RedBird può
finanziare un pezzo dell’acquisizione con debito (anziché con equity) abbassa il costo dell’acquisizione. Con l’operazione di rifinanziamento, il fondo americano investirà altri 170 milioni e ridurrà l’esposizione da 560 a 489. L’equity dell’operazione sale così a 770 milioni e il rapporto di indebitamento ne uscirà migliorato.

Cardinale_Milan.jpg
Ma non ci ha spiegato perchè redbird ha mantenuto gli uomini di elliott.
 
Registrato
29 Ottobre 2017
Messaggi
6,727
Reaction score
4,101
tante parole per dire che non ha i soldi da spendere per comprare un club come il Milan.

La strategia è:
ho i soldi da spendere per il Milan, compro il Milan sanando il prestito. Finita lì.
Oppure: non ho i soldi da spendere per il Milan, prego che Elliot mi permetta ancora di gestirlo.

Che cialtrone
 
Alto