Il 5 novembre negli USA si andrà alle urne per decidere chi sarà il prossimo presidente. Gli sfidanti principali sono il repubblicano e già ex presidente Donald Trump e la democratica Kamala Harris, vicepresidente uscente.
I sondaggi danno i due candidati testa a testa sul voto popolare con il tycoon in vantaggio sugli stati chiave.
Diretta televisiva per i risultati in tempo reale a partire da mezzanotte: su Rai 1 con speciale di Porta a Porta di Bruno Vespa, Rete 4 con uno speciale di "E' Sempre Cartabianca" con Bianca Berlinguer, La7 con TGLA7 di Enrico Mentana e canali all-news come Rai News 24, TGCOM 24 e Sky TG24.
Ho avuto un piacevole aperitivo l'altro giorno con un paio di colleghi molto bravi che si occupano di USA e hanno seguito diverse elezioni in passato (anche in loco).
Loro la vedono meno "vicina" di quanto si dica, nel senso che a loro parere a sto giro i sondaggisti, dopo aver sottostimato pesantemente Trump nel 2016 e 2020, abbiano scelto di pomparlo un po per mettersi al riparo da accuse (probabilmente fondate, almeno in parte) di partigianeria dem.
Ma pare che il candidato Trump si scontri, oltre che con l'aumento dell'età, anche alla fisiologica usura della sua candidatura dopo ben 3 elezioni consecutive (fatto avvenuto rarissime volte nei tempi moderni), la maledizione di Grover Cleveland (unico presidente rieletto con mandato non consecutivo in 250 anni di storia americana) e una retorica a questo giro decisamente più estrema in un sistema che tende a premiare la palude centrista e i candidati "don't rock the boat" (mantra mi pare del fu Barry Goldwater).
A prescindere dalle impressioni, a questo giro l'attenzione comunque non verte su chi dei due vincerà, ma a cosa succederà al perdente: l'ampolla dell'odio per l'altra parte è stata rovesciata da tempo da ambo le parti, e nessuna delle due è minimamente disposta a lasciare 4 anni gli USA nelle mani dell'altro.
E se il perdente sarà Trump (come credo anche io), soprattutto se dovesse essere per un'incollatura o poco piu, prepariamoci ad alcuni dei momenti più cruciali e drammatici del XXI secolo e oltre.
Rischiamo di svegliarci il 6 novembre mattina in un mondo lontano parente di quello che abbiamo lasciato la sera prima.
Detto questo, mi auguro che si evitino eccessi e violenze che vinca l'uno o l'altro candidato.