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Intervista ad Adani sul Corriere della Sera:
"Messi dribbla i cammelli? Ha fatto di più: per preparare l’assist del 3-0, ha portato a spasso lungo tutta la fascia il più forte difensore dei Mondiali, Josko Gvardiol. In quel momento Messi era posseduto da Maradona.
Da quando è morto io penso ogni giorno a Maradona. Intendeva che il calcio argentino non finiva con lui. Il giorno del suo ritiro, della sua morte sportiva, Diego pronunciò la frase più importante nella storia del football. La pelota no se mancha. Lui aveva sbagliato, e pagato. Ma il pallone non si macchia. Come il pennacchio di Cyrano.
Messi da diciotto anni ha una continuità non umana. Però ogni generazione ha il suo eroe. Per me il più grande è stato Maradona.
Tra gli italiani Baggio, poi Pirlo. Maldini il più grande difensore, ma gli immortali sono in attacco.
I sudamericani? Andai a trovare Almeyda a Buenos Aires, un hermano, e scoprii il River. Di notte non dormivo: guardavo il campionato argentino, quello uruguagio, la Copa Libertadores, la Copa America... Cos’hanno di speciale? Il sangue bollente. Le giocate di strada. Messi di solito scannerizza il campo, ha un radar che gli fa vedere cose che altri non vedono, ma l’altra sera quel dribbling sulla fascia è stato una giocata di strada.
La Garra Charrua e l’artiglio degli indios. È la rabbia con cui i nativi si difesero dagli invasori. Non si capisce il calcio sudamericano se non si coglie quel senso di ribellione che viene da dentro, che non accetta un No come risposta. È una passione al bordo della follia. L’ Uruguay è una delle due grandi passioni della mia vita, miracolo del calcio.
Obdulio Varela, detto El N.egro Jefe,el Capitan leader degli eroi del 1950. Segna il Brasile. El Capitan capisce che se l’Uruguay si sbilancia all’attacco, è finita (nota del Corriere: Adani piange parlando del Capitan)
I telespettatori si lamentano? Vogliono emozioni, io cerco di darle.
Mi hanno spedito in panchina per la finale. Un giocatore non deve chiedere all'allenatore perché. Era già previsto.
Bobo Tv? È la cosa più rivoluzionaria. Mi sa che qualche suo collega giornalista la patisce un po’. Cassano non ne azzecca una? Bugia. Antonio è un generoso. Siete voi che volete sempre ridurlo al trash. L’avete preso in giro quando disse che Julian Alvarez era meglio di Haaland;
Chi vince? La favorita è la Francia: 55 a 45. Ma preghiamo il dio del calcio perché ponga una mano sulla testa di Leo Messi."
"Messi dribbla i cammelli? Ha fatto di più: per preparare l’assist del 3-0, ha portato a spasso lungo tutta la fascia il più forte difensore dei Mondiali, Josko Gvardiol. In quel momento Messi era posseduto da Maradona.
Da quando è morto io penso ogni giorno a Maradona. Intendeva che il calcio argentino non finiva con lui. Il giorno del suo ritiro, della sua morte sportiva, Diego pronunciò la frase più importante nella storia del football. La pelota no se mancha. Lui aveva sbagliato, e pagato. Ma il pallone non si macchia. Come il pennacchio di Cyrano.
Messi da diciotto anni ha una continuità non umana. Però ogni generazione ha il suo eroe. Per me il più grande è stato Maradona.
Tra gli italiani Baggio, poi Pirlo. Maldini il più grande difensore, ma gli immortali sono in attacco.
I sudamericani? Andai a trovare Almeyda a Buenos Aires, un hermano, e scoprii il River. Di notte non dormivo: guardavo il campionato argentino, quello uruguagio, la Copa Libertadores, la Copa America... Cos’hanno di speciale? Il sangue bollente. Le giocate di strada. Messi di solito scannerizza il campo, ha un radar che gli fa vedere cose che altri non vedono, ma l’altra sera quel dribbling sulla fascia è stato una giocata di strada.
La Garra Charrua e l’artiglio degli indios. È la rabbia con cui i nativi si difesero dagli invasori. Non si capisce il calcio sudamericano se non si coglie quel senso di ribellione che viene da dentro, che non accetta un No come risposta. È una passione al bordo della follia. L’ Uruguay è una delle due grandi passioni della mia vita, miracolo del calcio.
Obdulio Varela, detto El N.egro Jefe,el Capitan leader degli eroi del 1950. Segna il Brasile. El Capitan capisce che se l’Uruguay si sbilancia all’attacco, è finita (nota del Corriere: Adani piange parlando del Capitan)
I telespettatori si lamentano? Vogliono emozioni, io cerco di darle.
Mi hanno spedito in panchina per la finale. Un giocatore non deve chiedere all'allenatore perché. Era già previsto.
Bobo Tv? È la cosa più rivoluzionaria. Mi sa che qualche suo collega giornalista la patisce un po’. Cassano non ne azzecca una? Bugia. Antonio è un generoso. Siete voi che volete sempre ridurlo al trash. L’avete preso in giro quando disse che Julian Alvarez era meglio di Haaland;
Chi vince? La favorita è la Francia: 55 a 45. Ma preghiamo il dio del calcio perché ponga una mano sulla testa di Leo Messi."
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