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Walker a MTV"IL 32? Per Davide Beckahm, è un'icona per me. Ho visto che era libero e l'ho preso. Poi contiene il numero che ho avuto spesso nella mia carriera, cioè il 2".
"Il MIlan è qualcosa di grandioso, da ragazzino ho sempre seguito il Milan e ora indossare questi colori mi rende orgoglioso e mi auguro che sia una seconda metà d stagione positiva".
"La palestra? Nel calcio moderno, non basta più solo ciò che ti ha dato la genetica. Sento che se posso aggiungere qualcosa con il lavoro in palestra che mi renda più forte, veloce e più performante è giusto che lo faccia. Ringrazio mamma e papà per le caratteristiche che mi hanno dato, ma si può dare di più, e sento che sono ancora affamato di vittorie, voglio continuare a giocare a calcio l più a lungo possibile".
"Ho parlato con Abraham, gli ho chiesto com'è la città e com'è giocare per il Milan. Da fuori hai la percezione che è un grande club dove hanno giocato grandi giocatori come Kakà, Ronaldinho, Beckham, Maldini, sono tutti calciator a cui mi sono ispirato. Ora sono qui pure io. Abraham mi ha detto che dovevo venire qui e questo ha contribuito alla mia decisione".
"La carriera? Penso di essere andato oltre ai miei sogni. Da piccolo giocare per lo Sheffield United era il mio sogno. Poi ho avuto anni grandiosi al Tottenham, senza però vincere ciò che avremmo dovuto. Poi sono andato al Manchester City e ho vinto 17 trofei in 7 anni, è stato qualcosa di incredibile, specialmente la Champions League. Abbiamo fatto il Triplete, è stato qualcosa di fantastico. Comunque già solo aver potuto giocare a calcio è un sogno che si è realizzato".
Il Milan? Sono nato il 28 maggio, cioè lo stesso giorno in cui il Milan ha vinto la Champions League a Manchester? Speriamo ci siano altre finali e di scrivere ancora la storia. I tifosi sono incredibili. Hanno una grande passione. Qui si vive per il calcio, è stato uno dei motivi principali per cui ho deciso di venire qui. Ho voglia di sentire tutta la loro passione. Per loro cantare i cori e tifare significa davvero tutto. Devono continuare perchè ci serve la loro spinta".
"Io a San Siro e poi in porta? E' stata un'esperienza diversa, la scelta era tra me e Stones. Io e lui abbiamo sempre preso in giro i portieri che non paravano. Il mister alla fine ha scelto me. Se vorrei farlo ancora? Probabilmente no. E' stato difficile, ma la squadra aveva bisogno in quel momento per raggiungere l'obiettivo in Champions League, e sono riuscito a cavarmela su quella punizione".
"Da difensore hai bisogno di avere una bella relazione con i portieri. Io voglio motivare sempre i miei compagni, spingere loro e me stesso a diventare più forti. Nella squadra dobbiamo sapere di poter fare affidamento uno sull'altro. Quindi piccoli scherzi amichevoli vanno sempre bene, servono anche per far dare a tutti il 110% in allenamento".
"Il ruolo di terzino? E' stato un allenatore dello Sheffield a trasformarmi in terzino. Giocavo poco da attaccante centrale, ero veloce ma piccolo, quindi gli avversari mi spingevano via. Il nostro terzino destro si infortunò il mister mi chiese se potessi giocare lì. Ho giocato, è andata bene e due mesi dopo ero in prima squadra. Quindi è stata una sorta di coincidenza. Mi sono divertito in quella posizione, mi è piaciuta la sfida e mettermi alla prova".
"Gli idoli? Ho guardato molto Premier League, oltre a ciò, Dani Alves è qualcuno a cui mi sono ispirato, Philipp Lahm. Se si potesse unire i due giocatori in uno solo si avrebbe un terzino destro totale. Pensando ad ora cerco di adattare le mia qualità e le mie caratteristiche che ho, le cose che posso migliorare, cerco di dare sempre il 110% quando scendo in campo. Spero che un giorno le persone si ispirino a me".
"Sono davvero felice di indossare questa maglia e giocare per questo club. Speriamo di chiudere bene la stagione. La Champions sta andando bene, in campionato sappiamo tutti che possiamo fare meglio. Voglio condividere la mia esperienza con i più giovani per giocare con passione, è questo quello che dobbiamo dimostrare, se lo meritano i tifosi".
"Il MIlan è qualcosa di grandioso, da ragazzino ho sempre seguito il Milan e ora indossare questi colori mi rende orgoglioso e mi auguro che sia una seconda metà d stagione positiva".
"La palestra? Nel calcio moderno, non basta più solo ciò che ti ha dato la genetica. Sento che se posso aggiungere qualcosa con il lavoro in palestra che mi renda più forte, veloce e più performante è giusto che lo faccia. Ringrazio mamma e papà per le caratteristiche che mi hanno dato, ma si può dare di più, e sento che sono ancora affamato di vittorie, voglio continuare a giocare a calcio l più a lungo possibile".
"Ho parlato con Abraham, gli ho chiesto com'è la città e com'è giocare per il Milan. Da fuori hai la percezione che è un grande club dove hanno giocato grandi giocatori come Kakà, Ronaldinho, Beckham, Maldini, sono tutti calciator a cui mi sono ispirato. Ora sono qui pure io. Abraham mi ha detto che dovevo venire qui e questo ha contribuito alla mia decisione".
"La carriera? Penso di essere andato oltre ai miei sogni. Da piccolo giocare per lo Sheffield United era il mio sogno. Poi ho avuto anni grandiosi al Tottenham, senza però vincere ciò che avremmo dovuto. Poi sono andato al Manchester City e ho vinto 17 trofei in 7 anni, è stato qualcosa di incredibile, specialmente la Champions League. Abbiamo fatto il Triplete, è stato qualcosa di fantastico. Comunque già solo aver potuto giocare a calcio è un sogno che si è realizzato".
Il Milan? Sono nato il 28 maggio, cioè lo stesso giorno in cui il Milan ha vinto la Champions League a Manchester? Speriamo ci siano altre finali e di scrivere ancora la storia. I tifosi sono incredibili. Hanno una grande passione. Qui si vive per il calcio, è stato uno dei motivi principali per cui ho deciso di venire qui. Ho voglia di sentire tutta la loro passione. Per loro cantare i cori e tifare significa davvero tutto. Devono continuare perchè ci serve la loro spinta".
"Io a San Siro e poi in porta? E' stata un'esperienza diversa, la scelta era tra me e Stones. Io e lui abbiamo sempre preso in giro i portieri che non paravano. Il mister alla fine ha scelto me. Se vorrei farlo ancora? Probabilmente no. E' stato difficile, ma la squadra aveva bisogno in quel momento per raggiungere l'obiettivo in Champions League, e sono riuscito a cavarmela su quella punizione".
"Da difensore hai bisogno di avere una bella relazione con i portieri. Io voglio motivare sempre i miei compagni, spingere loro e me stesso a diventare più forti. Nella squadra dobbiamo sapere di poter fare affidamento uno sull'altro. Quindi piccoli scherzi amichevoli vanno sempre bene, servono anche per far dare a tutti il 110% in allenamento".
"Il ruolo di terzino? E' stato un allenatore dello Sheffield a trasformarmi in terzino. Giocavo poco da attaccante centrale, ero veloce ma piccolo, quindi gli avversari mi spingevano via. Il nostro terzino destro si infortunò il mister mi chiese se potessi giocare lì. Ho giocato, è andata bene e due mesi dopo ero in prima squadra. Quindi è stata una sorta di coincidenza. Mi sono divertito in quella posizione, mi è piaciuta la sfida e mettermi alla prova".
"Gli idoli? Ho guardato molto Premier League, oltre a ciò, Dani Alves è qualcuno a cui mi sono ispirato, Philipp Lahm. Se si potesse unire i due giocatori in uno solo si avrebbe un terzino destro totale. Pensando ad ora cerco di adattare le mia qualità e le mie caratteristiche che ho, le cose che posso migliorare, cerco di dare sempre il 110% quando scendo in campo. Spero che un giorno le persone si ispirino a me".
"Sono davvero felice di indossare questa maglia e giocare per questo club. Speriamo di chiudere bene la stagione. La Champions sta andando bene, in campionato sappiamo tutti che possiamo fare meglio. Voglio condividere la mia esperienza con i più giovani per giocare con passione, è questo quello che dobbiamo dimostrare, se lo meritano i tifosi".
