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Torna a parlare Totti, come un fiume in piena.
Dopo le dichiarazioni a Sky arriva anche una lunghissima intervista al Messaggero:
"Per De Rossi darei un braccio. Deve parlare con chi di dovere, deve soprattutto farsi rispettare. È il parafulmine. E chi ci rimette è lui. Nel caso le cose non dovessero andare bene, la colpa ricadrebbe tutta su Daniele. È quello che è accaduto a Mourinho, perché José ci metteva la faccia. Però nessuno lo aiutava, nessuno parlava. De Rossi è il primo ad esserne consapevole.
I tifosi lo perdonerebbero? No. Ormai no. Avete visto cosa gli hanno detto dopo queste prime partite? Quello che ha fatto l'anno scorso è già il passato. Se lo sono dimenticati tutti, è passato anche ciò che ha fatto da calciatore. Sono i lati positivi e negativi del calcio. Ci si dimentica facilmente, guardate cosa è accaduto con me. E poi un conto è essere calciatore, un altro allenatore. Lui adesso ha la responsabilità di tutto.
La Roma?un miscuglio di giocatori, chi prima, chi dopo, alla fine sono stati presi quattro calciatori insieme. Sono stati investiti tanti soldi. Io con 70 milioni avrei fatto altre scelte, li avrei spesi diversamente. Con questi soldi devi andare in Champions se no è un fallimento totale. Anche perché senza Champions, Daniele salta prima, non arriva fino alla fine.
Non mi chiamano. Quello che dico io viene preso in considerazione, quello che dicono altri, meno. È come se avessero paura di avere una figura importante dentro la società, credono che non possa aiutare e invece uno potrebbe farlo. Futuro alla Roma? Se nessuno mi chiama... Non sono io che vado a bussare alla porta.Direttore sportivo non lo farei mai, però magari mi vedrei in un ruolo come quello ricoperto da Ibrahimovic o Zanetti: un riferimento tra società, squadra e allenatore. In poche parole, una figura come quella del direttore tecnico. Uno che ci mette la faccia, che dice le cose come stanno, è semplicissimo. Un incarico operativo, non uno da chiamare solo quando ci sono dei problemi"
Dopo le dichiarazioni a Sky arriva anche una lunghissima intervista al Messaggero:
"Per De Rossi darei un braccio. Deve parlare con chi di dovere, deve soprattutto farsi rispettare. È il parafulmine. E chi ci rimette è lui. Nel caso le cose non dovessero andare bene, la colpa ricadrebbe tutta su Daniele. È quello che è accaduto a Mourinho, perché José ci metteva la faccia. Però nessuno lo aiutava, nessuno parlava. De Rossi è il primo ad esserne consapevole.
I tifosi lo perdonerebbero? No. Ormai no. Avete visto cosa gli hanno detto dopo queste prime partite? Quello che ha fatto l'anno scorso è già il passato. Se lo sono dimenticati tutti, è passato anche ciò che ha fatto da calciatore. Sono i lati positivi e negativi del calcio. Ci si dimentica facilmente, guardate cosa è accaduto con me. E poi un conto è essere calciatore, un altro allenatore. Lui adesso ha la responsabilità di tutto.
La Roma?un miscuglio di giocatori, chi prima, chi dopo, alla fine sono stati presi quattro calciatori insieme. Sono stati investiti tanti soldi. Io con 70 milioni avrei fatto altre scelte, li avrei spesi diversamente. Con questi soldi devi andare in Champions se no è un fallimento totale. Anche perché senza Champions, Daniele salta prima, non arriva fino alla fine.
Non mi chiamano. Quello che dico io viene preso in considerazione, quello che dicono altri, meno. È come se avessero paura di avere una figura importante dentro la società, credono che non possa aiutare e invece uno potrebbe farlo. Futuro alla Roma? Se nessuno mi chiama... Non sono io che vado a bussare alla porta.Direttore sportivo non lo farei mai, però magari mi vedrei in un ruolo come quello ricoperto da Ibrahimovic o Zanetti: un riferimento tra società, squadra e allenatore. In poche parole, una figura come quella del direttore tecnico. Uno che ci mette la faccia, che dice le cose come stanno, è semplicissimo. Un incarico operativo, non uno da chiamare solo quando ci sono dei problemi"
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