Royal:"Mi ispiro a Cafù. Fonseca e il Milan..."

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Emerson Royal intervistato dalla Lega Serie A:"Il soprannome Royal? Il soprannome viene da una marca di gelatine. Quando ero piccolo avevo la bocca grande e mia zia diceva che piangevo tanto e che assomigliavo alla mascotte di quella marca. Anche i miei amici hanno cominciato a chiamarmi Royal, per prendermi in giro, ed è rimasto, perché tutt'ora mi chiamano più Royal che Emerson, che sarebbe il mio nome".

"Sono cresciuto in una favela? È vero sono cresciuto in una favela. Ero motivato perché molti pensano che la favela sia pericolosa, ma in realtà ci sono posti così in tutto il mondo. Ho imparato tanto dalla favela, perché lì tutti hanno fame di farcela. Tutti vogliono crescere e cambiare le loro vite, me incluso, anche se mi era stato detto che era impossibile. Ma non ho mai smesso di crederci ed alla fine ce l'ho fatta. Quando torno in Brasile provo sempre a trasmettere motivazione. Quando torno nella favela vado a parlare con i bambini per fargli capire che ci sono delle alternative alla criminalità, alle droghe, all'alcol. Devono riuscire a guardare oltre il quartiere".


"Io sorrido sempre perché sono una persona felice. Credo che il sorriso possa curare tutto. Io cerco di vivere ogni giorno con il sorriso. La vita non è fatta solo di bei momenti, tutti affrontano difficoltà, ma provo a vivere la mia vita concentrandomi sul lato positivo delle cose, che sia in allenamento, in partita o a casa. Non importa dove, io cercherò sempre di sorridere, di contagiare le persone che ho attorno con la felicità".

Il Milan è una squadra iconica per noi brasiliani. Ronaldinho, Kakà, Cafu, Pato, Robinho. Sono tutti grandi giocatori passati dal Milan. Credo che abbiano lasciato una grande eredità qui, il modo di giocare gioioso che trasmette felicità in campo".

"Cafù? E' un giocatore che mi ha ispirato tanto. Anche Dani Alves. Cafu era un giocatore molto aggressivo in attacco, ma anche attento in difesa. Entrambi i giocatori sono forti in tutte e due le fasi e sono delle grandi fonti di ispirazione per me. Io penso di essere un giocatore versatile, posso stare più bloccato e difendere, ma anche spingere in fase offensiva. Non ho una vera preferenza tra le due cose. Dipende da cosa mi chiede di fare il mister. Se mi chiede di aiutare in costruzione da dietro lo faccio. Se mi chiede di spingere in attacco sono pronto. Sono sempre a disposizione del mister".

"Conte? Lui riusciva a trasmettere tutta la sua passione per il calcio. Mi ha aiutato tanto a migliorare la mia mentalità perché in allenamento ci metteva tanto alla prova. Esigeva sempre il massimo ed è stato molto importante per me perché mi ha dato tanto fiducia".


"Fonseca è un allenatore che vuole attaccare e pressare alto. Penso che il suo modo di giocare si allinei con le mie caratteristiche. È uno a cui piace molto allenare, spiegare e far crescere i giocatori. Parliamo spesso in allenamento della mia posizione, di quello che dovrà fare in partita".

"San Siro? Quando ho visto San Siro pieno di tifosi per la prima volta mi sono venuti i brividi. Ai tempi ero al Tottenham ed eravamo venuti per la Champions. L'atmosfera era magica, e da quel momento ho capito che volevo viverla anche da giocatore del Milan. San Siro è uno stadio leggendario conosciuto in tutto il monod, non solo in Brasile. Giocare in casa con quest'atmosfera è un vero privilegio".


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malos

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Emerson Royal intervistato dalla Lega Serie A:"Il soprannome Royal? Il soprannome viene da una marca di gelatine. Quando ero piccolo avevo la bocca grande e mia zia diceva che piangevo tanto e che assomigliavo alla mascotte di quella marca. Anche i miei amici hanno cominciato a chiamarmi Royal, per prendermi in giro, ed è rimasto, perché tutt'ora mi chiamano più Royal che Emerson, che sarebbe il mio nome".

"Sono cresciuto in una favela? È vero sono cresciuto in una favela. Ero motivato perché molti pensano che la favela sia pericolosa, ma in realtà ci sono posti così in tutto il mondo. Ho imparato tanto dalla favela, perché lì tutti hanno fame di farcela. Tutti vogliono crescere e cambiare le loro vite, me incluso, anche se mi era stato detto che era impossibile. Ma non ho mai smesso di crederci ed alla fine ce l'ho fatta. Quando torno in Brasile provo sempre a trasmettere motivazione. Quando torno nella favela vado a parlare con i bambini per fargli capire che ci sono delle alternative alla criminalità, alle droghe, all'alcol. Devono riuscire a guardare oltre il quartiere".


"Io sorrido sempre perché sono una persona felice. Credo che il sorriso possa curare tutto. Io cerco di vivere ogni giorno con il sorriso. La vita non è fatta solo di bei momenti, tutti affrontano difficoltà, ma provo a vivere la mia vita concentrandomi sul lato positivo delle cose, che sia in allenamento, in partita o a casa. Non importa dove, io cercherò sempre di sorridere, di contagiare le persone che ho attorno con la felicità".

Il Milan è una squadra iconica per noi brasiliani. Ronaldinho, Kakà, Cafu, Pato, Robinho. Sono tutti grandi giocatori passati dal Milan. Credo che abbiano lasciato una grande eredità qui, il modo di giocare gioioso che trasmette felicità in campo".

"Cafù? E' un giocatore che mi ha ispirato tanto. Anche Dani Alves. Cafu era un giocatore molto aggressivo in attacco, ma anche attento in difesa. Entrambi i giocatori sono forti in tutte e due le fasi e sono delle grandi fonti di ispirazione per me. Io penso di essere un giocatore versatile, posso stare più bloccato e difendere, ma anche spingere in fase offensiva. Non ho una vera preferenza tra le due cose. Dipende da cosa mi chiede di fare il mister. Se mi chiede di aiutare in costruzione da dietro lo faccio. Se mi chiede di spingere in attacco sono pronto. Sono sempre a disposizione del mister".

"Conte? Lui riusciva a trasmettere tutta la sua passione per il calcio. Mi ha aiutato tanto a migliorare la mia mentalità perché in allenamento ci metteva tanto alla prova. Esigeva sempre il massimo ed è stato molto importante per me perché mi ha dato tanto fiducia".


"Fonseca è un allenatore che vuole attaccare e pressare alto. Penso che il suo modo di giocare si allinei con le mie caratteristiche. È uno a cui piace molto allenare, spiegare e far crescere i giocatori. Parliamo spesso in allenamento della mia posizione, di quello che dovrà fare in partita".

"San Siro? Quando ho visto San Siro pieno di tifosi per la prima volta mi sono venuti i brividi. Ai tempi ero al Tottenham ed eravamo venuti per la Champions. L'atmosfera era magica, e da quel momento ho capito che volevo viverla anche da giocatore del Milan. San Siro è uno stadio leggendario conosciuto in tutto il monod, non solo in Brasile. Giocare in casa con quest'atmosfera è un vero privilegio".


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Tappategli la bocca, nel caso mandate Abruzzi.
 

Djici

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Con tutti i giocatori che poteva citare, e riuscito a citare i due che sono per caratteristiche i più lontani dalle sue.

2 mostri in fase offensiva.
2 di una tecnica spaventosa anche se erano "solo" terzini.
2 che nel uno contro uno erano forti forti.
Capaci di giocare da soli a tutta fascia.

Questo Royal invece... He can't défend, he can't Attack... I tifosi inglesi. Troppo forti 🤣
 
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