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Franco Ordine dal CorSport in edicola:
Se il Milan continua a vivere il suo inverno calcistico, e la fi lastrocca degli infortuni si arricchisce di un altro capitolo eccellente, Rafa Leao (risentimento al fl essore sinistro), nemmeno la mossa a sorpresa di Gerry Cardinale riesce a rianimare squadra e tifoseria che restano come congelati oltre che dal clima di Verona anche dall’elenco incredibile di assenti. RedBird, il fondo proprietario del Milan, rilancia la sua azione invece di fare qualche passo indietro suggerito dalla contestazione della curva sud. Guadagna anzi altri tre anni e mezzo di vita e di futuro ma senza riuscire nel frattempo a convincere dei suoi buoni propositi. Infatti all’intervallo di Verona continuano i cori destinati appunto al proprietario del club rossonero capace nell’occasione di versare altri 170 milioni nelle casse del fondo Elliott rifi nanziando così il vender loan in scadenza ad agosto 2025. Anche qui si capisce al volo che nel calcio italiano la questione è molto più semplice, quasi elementare, rispetto ad altre realtà. Si possono avere i conti in perfetto ordine, come succede appunto al Milan, si possono chiudere i due ultimi bilanci in attivo, ma in assenza di risultati sportivi confortanti come quelli scanditi in campionato da Fonseca, tutto torna in discussione dimenticando persino anche il cammino di Champions almeno fin qui tutt’altro che deludente. E in particolare lo spicchio della curva presente a Verona continua a mettere nel mirino proprio il numero uno del fondo americano RedBird attribuendogli la responsabilità morale delle scelte più discusse, a cominciare da quella di Fonseca per passare poi al ruolo di Ibra, contestato al pari del suo tecnico. È il segno di un distacco traumatico, un po’ come accadde sul tramonto della passata stagione quando San Siro pieno perse la voce e quel silenzio assordante divenne il principale avversario del Milan di Pioli poi finito addirittura col concedere 3 gol persino alla Salernitana già retrocessa. E in questo clima molto acido anche se medici e fisioterapisti dovessero recuperare qualcuno dall’ospedale di Milanello nei prossimi giorni, il futuro non promette niente di buono. Perché alle porte, dopo Natale, non c’è soltanto la Roma, a San Siro, ma poi a gennaio il viaggio in Arabia, la sfida garantita (semifinale di supercoppa d’Italia) con la Juve e ancora i due appuntamenti con Girona e Dinamo Zagabria che possono decidere addirittura la qualifi cazione diretta agli ottavi. È vero: si può vivere da separati in casa, capita alle migliori famiglie calcistiche, figurarsi al Milan passato attraverso altre tempeste e gestioni davvero traumatiche (ogni riferimento alla presidenza Farina è voluta, ndr) ma di sicuro un contributo deve arrivare anche dal Milan, dal gruppo e dallo stesso Fonseca. È vero. A Verona basta quel lampo accecante, la palla teleguidata dal piede ispirato di Fofana e il calcio volante di Reijnders per mettere al sicuro il successo. Domani chissà.
Se il Milan continua a vivere il suo inverno calcistico, e la fi lastrocca degli infortuni si arricchisce di un altro capitolo eccellente, Rafa Leao (risentimento al fl essore sinistro), nemmeno la mossa a sorpresa di Gerry Cardinale riesce a rianimare squadra e tifoseria che restano come congelati oltre che dal clima di Verona anche dall’elenco incredibile di assenti. RedBird, il fondo proprietario del Milan, rilancia la sua azione invece di fare qualche passo indietro suggerito dalla contestazione della curva sud. Guadagna anzi altri tre anni e mezzo di vita e di futuro ma senza riuscire nel frattempo a convincere dei suoi buoni propositi. Infatti all’intervallo di Verona continuano i cori destinati appunto al proprietario del club rossonero capace nell’occasione di versare altri 170 milioni nelle casse del fondo Elliott rifi nanziando così il vender loan in scadenza ad agosto 2025. Anche qui si capisce al volo che nel calcio italiano la questione è molto più semplice, quasi elementare, rispetto ad altre realtà. Si possono avere i conti in perfetto ordine, come succede appunto al Milan, si possono chiudere i due ultimi bilanci in attivo, ma in assenza di risultati sportivi confortanti come quelli scanditi in campionato da Fonseca, tutto torna in discussione dimenticando persino anche il cammino di Champions almeno fin qui tutt’altro che deludente. E in particolare lo spicchio della curva presente a Verona continua a mettere nel mirino proprio il numero uno del fondo americano RedBird attribuendogli la responsabilità morale delle scelte più discusse, a cominciare da quella di Fonseca per passare poi al ruolo di Ibra, contestato al pari del suo tecnico. È il segno di un distacco traumatico, un po’ come accadde sul tramonto della passata stagione quando San Siro pieno perse la voce e quel silenzio assordante divenne il principale avversario del Milan di Pioli poi finito addirittura col concedere 3 gol persino alla Salernitana già retrocessa. E in questo clima molto acido anche se medici e fisioterapisti dovessero recuperare qualcuno dall’ospedale di Milanello nei prossimi giorni, il futuro non promette niente di buono. Perché alle porte, dopo Natale, non c’è soltanto la Roma, a San Siro, ma poi a gennaio il viaggio in Arabia, la sfida garantita (semifinale di supercoppa d’Italia) con la Juve e ancora i due appuntamenti con Girona e Dinamo Zagabria che possono decidere addirittura la qualifi cazione diretta agli ottavi. È vero: si può vivere da separati in casa, capita alle migliori famiglie calcistiche, figurarsi al Milan passato attraverso altre tempeste e gestioni davvero traumatiche (ogni riferimento alla presidenza Farina è voluta, ndr) ma di sicuro un contributo deve arrivare anche dal Milan, dal gruppo e dallo stesso Fonseca. È vero. A Verona basta quel lampo accecante, la palla teleguidata dal piede ispirato di Fofana e il calcio volante di Reijnders per mettere al sicuro il successo. Domani chissà.