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Morata intervistato in patria:"Ho fatto tutto a Istanbul, con Alice andiamo dappertutto. È impressionante, multiculturale. Con la squadra, quando c’è una settimana lunga andiamo ad Antalya, al mare per qualche giorno ed è incredibile”. In campo però spesso è una battaglia: “Qui la rivalità è estrema: quando finisce una partita Galatasaray-Fenerbahçe, la polizia si precipita in campo per evitare qualsiasi problema, ed è persino difficile conversare con qualcuno di un’altra squadra. La prima partita mi sono infortunato, ma nel nostro stadio c’erano 30.000 poliziotti. Non ho ancora visto Mourinho, non ho parlato con lui. Nutro molto rispetto e affetto per lui. Forse dovremmo aspettare di lasciare la Turchia per parlare”.
"Credo che avrei dovuto riflettere di più quest’estate, se lasciare o meno l’Atleti. Quando non ti senti bene in un certo momento della tua vita, prendi decisioni sbagliate sotto ogni aspetto. Ma questo non si può cambiare, ora sono molto felice. Se potessi tornare indietro, probabilmente non avrei preso quella decisione. Quando attraversi momenti difficili, vedi le cose sotto una luce grigia, anche se hai persone intorno a te che ti amano e ti dicono che sbagli. Durante gli Europei tutta questa faccenda mi dava fastidio, poi si è presentata l’opportunità del Milan e l’allenatore (Fonseca ndr) mi chiamava tutti i giorni. Avevo bisogno di sentirmi amato e apprezzato, anche se, guardandomi indietro, non mi sono accorto che anche Cholo mi apprezzava e mi amava. Mio padre e il mio agente mi hanno detto che mi sbagliavo”.
"Credo che avrei dovuto riflettere di più quest’estate, se lasciare o meno l’Atleti. Quando non ti senti bene in un certo momento della tua vita, prendi decisioni sbagliate sotto ogni aspetto. Ma questo non si può cambiare, ora sono molto felice. Se potessi tornare indietro, probabilmente non avrei preso quella decisione. Quando attraversi momenti difficili, vedi le cose sotto una luce grigia, anche se hai persone intorno a te che ti amano e ti dicono che sbagli. Durante gli Europei tutta questa faccenda mi dava fastidio, poi si è presentata l’opportunità del Milan e l’allenatore (Fonseca ndr) mi chiamava tutti i giorni. Avevo bisogno di sentirmi amato e apprezzato, anche se, guardandomi indietro, non mi sono accorto che anche Cholo mi apprezzava e mi amava. Mio padre e il mio agente mi hanno detto che mi sbagliavo”.
