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Repubblica. in neanche un mese è cambiato l’approccio di Ibrahimovic, meno presente a Milanello (ieri è stato immortalato a Kitzbühel durante la coppa del mondo di sci maschile): Sergio non ha bisogno di un tutor, di una figura di peso come Zlatan che lo aiuti a gestire i giocatori. È entrato nella loro testa, in modo diverso a seconda di chi ha davanti: con qualcuno ha un approccio paterno, con altri più duro. «Può morire per noi, e io voglio fare lo stesso per lui», ha detto Leao dopo la vittoria sul Girona. Sono parole che pesano, anche considerando l’atteggiamento di Rafa fino a poche settimane fa. Fonseca lanciava messaggi ai leader tenendoli in panchina, Sergio li guarda negli occhi, li riunisce in cerchio a fine partita, come se lui e la squadra fossero un’unica entità. Il tecnico portoghese assorbe ogni aspetto della gestione del gruppo. Detta le regole, su cui è rigidissimo, e dà indicazioni precise sul mercato. Un ruolo da manager per il portoghese, alla Conte. Conceicao ha voce in capitolo sui rinforzi, ne ha chiesto uno per reparto, ed ha voluto la conferma di Tomori. Tatticamente, ha chiesto più solidità e ridotto il possesso palla. Sta lavorando tanto con Loftus: è fisico e sa far gol. Quando rientrerà, avrà spazio.