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Nel panorama ecclesiastico statunitense si sta consolidando un'opposizione sempre più netta a Papa Francesco, capeggiata da figure come monsignor Joseph Edward Strickland, vescovo emerito di Tyler. Esiliato dal pontefice per le sue posizioni anti-progressiste (L'11 novembre 2023 fu sollevato dall'incarico di vescovo diocesano di Tyler da Papa Francesco.), Strickland continua a rappresentare il punto di riferimento di un cattolicesimo americano che guarda con favore all'amministrazione Trump e si oppone apertamente alla linea progressista della Santa Sede.
I vescovi filo-Trump e la politica migratoria
Non è solo Strickland a sfidare Bergoglio. Anche monsignor John Folda, vescovo di Fargo, ha recentemente espresso posizioni che vanno in contrasto con la narrazione vaticana sull'immigrazione. Pur dichiarando di non voler prendere posizione in modo assoluto, Folda ha affermato che le restrizioni imposte dall'ex presidente Trump e dal senatore Vance potrebbero essere necessarie per proteggere i confini. “Forse stanno facendo ciò che non è stato fatto e che forse deve essere fatto”, ha detto, lasciando intendere una critica implicita alla gestione dell'amministrazione Biden.Anche Strickland, in un'intervista rilasciata a Il Tempo, ha sottolineato il diritto delle nazioni a stabilire leggi giuste che regolino un'immigrazione controllata e sostenibile. Entrambi i vescovi si distanziano così dall'orientamento vaticano, che predilige un'accoglienza senza barriere.
Il gesto simbolico a Mar-a-Lago
Strickland ha inoltre scelto di rompere un altro tabù presiedendo un momento di preghiera nella residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida. L'evento, avvenuto in occasione della festa di San Giuseppe, ha visto la partecipazione di un centinaio di sacerdoti, nonostante il presunto divieto imposto ai preti della Florida di unirsi all’incontro. Il rito si è svolto tra bandiere americane e una statua della Madonna di Fatima, consolidando l'immagine di Strickland come il leader spirituale del fronte cattolico conservatore negli Stati Uniti.Uno scontro aperto con il Vaticano
L'attivismo dei vescovi conservatori, con Strickland in prima linea, rappresenta una sfida diretta alla direzione intrapresa da Papa Francesco. Il loro sostegno alle politiche di Trump e la critica alla gestione dell’immigrazione rivelano una frattura sempre più evidente all'interno della Chiesa americana. Se da un lato il Vaticano spinge per un’apertura incondizionata ( pro lgbtq+* ), dall’altro una parte crescente dell’episcopato statunitense invoca il diritto a stabilire regole più restrittive.La lotta tra il progressismo di Bergoglio e il conservatorismo dei vescovi filo-Trump è ormai un capitolo chiave nella politica della Chiesa americana. Con Strickland come simbolo della resistenza ecclesiastica al Vaticano, il futuro dei rapporti tra Roma e l’episcopato statunitense appare sempre più incerto.
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