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Era da un pò di tempo che avevo intenzione di aprire una discussione del genere e l'intervista di ieri del post-gara di mister coincecao mi ha convinto definitivamente a farlo.
Appunto, come da titolo: ma al Milan si respira stabilità?
Dell'incapacita' dei nostri dirigenti, o presunti tali, ne abbiamo parlato in lungo e in largo, come spesso ci siamo concentrati sulla nebulosa situazione proprietaria, ma ieri il mister nel post-gara ha per l'ennesima volta battuto il tasto su un discorso che va facendo da mesi circa la sua situazione contrattuale, il rinnovo che potrebbe non arrivare e il rispetto che ,come professionista e allenatore vincente qual'è, merita a prescindere.
I tesserati di ogni club , che siano allenatori o giocatori, sono innanzitutto uomini o ragazzi con famiglie al seguito, con figli magari da iscrivere a scuola e una loro vita da portare avanti.
I club super organizzati sono quelli che mettono nelle condizioni i tesserati di pensare solo al calcio, proteggendo l'ambiente dall'esterno, dando continuità sul medio-lungo termine e creando un ambiente quasi familiare sul 'posto' del 'lavoro'.
In 30 anni di presidenza berlusconi al Milan, sotto questo aspetto tra gli altri, noi abbiamo vissuto un'eccellenza , dato che abbiamo avuto un club super organizzato che curava ogni aspetto, dal campo alla comunicazione.
Galliani era un po' lo zio di tutti e delle volte anche esagerava coi rinnovi di contratto che elargiva quasi come imput motivazionale.
Celeberrimi i rinnovi sul lettino di un ospedale anziché in un periodo nero come rendimento sul campo o i rinnovi in bianco per le bandiere.
Era una gestione certamente molto familiare e poco aziendale ma legava i calciatori ai nostri colori in modo indissolubile.
I calciatori non facevano che sottolineare la perfezione del Milan perché c'era da pensare solo ad allenarsi e giocare.
Il Milan oggi ,dalla proprietà al campo, regala solo incertezza.
La proprietà non è chiara ma in eterno movimento, il cda un continuo viavai, i dirigenti messi la' per caso senza capire chi rappresentatino o cosa, gli allenatori firmano per un anno, ai calciatori viene chiesto di giocare coi contratti in scadenza o vengono ceduti senza che ci siano gerarchie con operazioni lampo di mercato.
Non si fa che ribadire che i calciatori e gli allenatori sono professionisti e come tali si devono comportare.
Ma è poi vero ?
A me sembrano liberi professionisti che si limitano una tantum alla prestazione ma non riescono a metter le basi per un progetto pluriennale.
Io credo, per farla breve, che il milan così come è gestito oggi non ci siano proprio le basi per fare calcio perché siamo l'elogio del precariato/ libero professionismo.
Il nervosismo di mister coincecao è il nervosismo di tutto un ambiente che non ha minimamente certezze sul futuro e senza certezze non si ha la serenità per lavorare.
Oggi il Milan è l'elogio del libero professionismo dove tutti provano a fare il loro ma manca la vera coesione di un gruppo lavoro perché la società è incapace di fare programmi sul medio-lungo periodo.
Tutti i tesserati percepiscono questo senso di incertezza che toglie serenità.
L'incapacità di fare scudo dal mondo esterno è eloquente e drammatico.
In tanti facciamo ironia sulle demenziali dichiarazioni del post-gara di Simone Inzaghi ma anche quelle bugie seriali sono una strategia comunicativa per togliere pressione al gruppo squadra e proteggere un gruppo lavoro da attacchi esterni.
Tutte dinamiche ormai a noi sconosciute perché noi non sappiamo più cosa sia il lavoro di gruppo.
Il Milan trasuda precariato dalla proprietà alla tifoseria.
Eloquente Ambrosini nel dopo partita circa un possibile ritorno di Ancelotti al Milan: 'non glielo consiglio'.
Chi ha fatto il Milan sa che questo non è più il Milan.
Meglio starne fuori.
Appunto, come da titolo: ma al Milan si respira stabilità?
Dell'incapacita' dei nostri dirigenti, o presunti tali, ne abbiamo parlato in lungo e in largo, come spesso ci siamo concentrati sulla nebulosa situazione proprietaria, ma ieri il mister nel post-gara ha per l'ennesima volta battuto il tasto su un discorso che va facendo da mesi circa la sua situazione contrattuale, il rinnovo che potrebbe non arrivare e il rispetto che ,come professionista e allenatore vincente qual'è, merita a prescindere.
I tesserati di ogni club , che siano allenatori o giocatori, sono innanzitutto uomini o ragazzi con famiglie al seguito, con figli magari da iscrivere a scuola e una loro vita da portare avanti.
I club super organizzati sono quelli che mettono nelle condizioni i tesserati di pensare solo al calcio, proteggendo l'ambiente dall'esterno, dando continuità sul medio-lungo termine e creando un ambiente quasi familiare sul 'posto' del 'lavoro'.
In 30 anni di presidenza berlusconi al Milan, sotto questo aspetto tra gli altri, noi abbiamo vissuto un'eccellenza , dato che abbiamo avuto un club super organizzato che curava ogni aspetto, dal campo alla comunicazione.
Galliani era un po' lo zio di tutti e delle volte anche esagerava coi rinnovi di contratto che elargiva quasi come imput motivazionale.
Celeberrimi i rinnovi sul lettino di un ospedale anziché in un periodo nero come rendimento sul campo o i rinnovi in bianco per le bandiere.
Era una gestione certamente molto familiare e poco aziendale ma legava i calciatori ai nostri colori in modo indissolubile.
I calciatori non facevano che sottolineare la perfezione del Milan perché c'era da pensare solo ad allenarsi e giocare.
Il Milan oggi ,dalla proprietà al campo, regala solo incertezza.
La proprietà non è chiara ma in eterno movimento, il cda un continuo viavai, i dirigenti messi la' per caso senza capire chi rappresentatino o cosa, gli allenatori firmano per un anno, ai calciatori viene chiesto di giocare coi contratti in scadenza o vengono ceduti senza che ci siano gerarchie con operazioni lampo di mercato.
Non si fa che ribadire che i calciatori e gli allenatori sono professionisti e come tali si devono comportare.
Ma è poi vero ?
A me sembrano liberi professionisti che si limitano una tantum alla prestazione ma non riescono a metter le basi per un progetto pluriennale.
Io credo, per farla breve, che il milan così come è gestito oggi non ci siano proprio le basi per fare calcio perché siamo l'elogio del precariato/ libero professionismo.
Il nervosismo di mister coincecao è il nervosismo di tutto un ambiente che non ha minimamente certezze sul futuro e senza certezze non si ha la serenità per lavorare.
Oggi il Milan è l'elogio del libero professionismo dove tutti provano a fare il loro ma manca la vera coesione di un gruppo lavoro perché la società è incapace di fare programmi sul medio-lungo periodo.
Tutti i tesserati percepiscono questo senso di incertezza che toglie serenità.
L'incapacità di fare scudo dal mondo esterno è eloquente e drammatico.
In tanti facciamo ironia sulle demenziali dichiarazioni del post-gara di Simone Inzaghi ma anche quelle bugie seriali sono una strategia comunicativa per togliere pressione al gruppo squadra e proteggere un gruppo lavoro da attacchi esterni.
Tutte dinamiche ormai a noi sconosciute perché noi non sappiamo più cosa sia il lavoro di gruppo.
Il Milan trasuda precariato dalla proprietà alla tifoseria.
Eloquente Ambrosini nel dopo partita circa un possibile ritorno di Ancelotti al Milan: 'non glielo consiglio'.
Chi ha fatto il Milan sa che questo non è più il Milan.
Meglio starne fuori.