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Repubblica in edicola: Il Milan voleva fortemente giocare: ha due giocatori squalificati, Theo Hernandez e Reijnders, col rinvio di Bologna-Milan i due non sconteranno la squalifica e salteranno quindi la partita successiva, lo scontro con il Napoli capolista. I rossoneri si erano resi disponibili a giocare ovunque. Il Bologna insisteva per non giocare perché senza pubblico sarebbero stati penalizzati i suoi abbonati, la squadra e la raccolta fondi per gli alluvionati (che sarà spostata sul recupero di febbraio). Ma tra le due riunioni c’è stato chi, come Lotito, storico alleato di De Laurentiis, faceva campagna per il rinvio. Per il sindaco era pericoloso giocare con 35 mila spettatori in quell’area. Eppure chiudere il Dall’Ara ai tifosi avrebbe risolto il problema di ordine pubblico. Invece Lepore ha deciso di vietare la partita, quasi tagliando fuori il prefetto. Di sicuro è in corso un braccio di ferro tra la giunta di sinistra, che ha chiesto lo stato d’emergenza, e il governo Meloni, che non lo ha ancora concesso. E fermare il pallone ha prodotto un’eco nazionale. Come nel 2020, quando l’Asl decideva il destino di Napoli-Juve.